"Empire", opera di Elisabetta Benassi

Che mattoni a palazzo Altemps

Michele Masneri

Empire, l’opera itinerante di Elisabetta Benassi, al museo romano

Da oggi fino al 1° settembre, palazzo Altemps a Roma ospita “Empire”, opera itinerante di Elisabetta Benassi. Il segreto meglio custodito dei palazzi romani accoglie nel suo cortile la seconda tappa della installazione costituita di seimila mattoni in terracotta scura, citazione, dice l’artista al Foglio, dei celebri mattoni che Carl Andre regalò a Donald Judd, e che costituivano l’opera “Manifest Destiny” (1986), una pila di mattoni in equilibrio precario uno sull’altro.

 

I mattoni qui però sono ben fissati, sono color grigio scuro e sembrano di ferro, “ma sono di terracotta, molto diversi dai mattoni tipici italiani”, spiega l’artista. “Sono oltretutto di un formato molto più grande di quello italiano, e il marchio Empire che è stampato su ognuno di essi è quello di un produttore, una delle tante fornaci che non sono più in attività, oltre ad avere un chiaro riferimento con l’impero”, dice Benassi. I mattoni sono disposti a secco, “in forme diverse, hanno un aspetto volutamente provvisorio, sembrano delle cataste, o dei pellet”, spiega l’artista. L’opera è itinerante, e prima di arrivare a palazzo Altemps è stata esposta all’Istituto italiano di cultura di Londra, mentre poi si sposterà in Inghilterra, al centro d’arte Mostyn nel Galles. Infine tornerà a Roma, alla Crypta Balbi. Ma per ora è un’ottima occasione per riscoprire palazzo Altemps, che tra afroditi, amori e psichi, l’incredibile collezione Boncompagni Ludovisi tutta schierata nella sua marmorea romanità e le memorie dannunziane, rimane sconosciuto a tutti, romani compresi, mentre anche le orde giapponesi con ombrellino parasole e senza lo evitano accuratamente preferendo mete più mainstream.

Di più su questi argomenti: