Paulo Roberto Falcão (foto LaPresse)

Ottavo re di Roma

Michele Masneri

Vita e opere di Paulo Roberto Falcão. Anche un film, all’ambasciata del Brasile

Paulo Roberto Falcão fu una specie di leggenda degli anni Ottanta romani. Atterra a Fiumicino il 10 agosto 1980, comprato dall’Internacional di Porto Alegre per un milione e mezzo di dollari. Centrocampista insuperato, rimane a Roma fino all’85. Adesso una mostra realizzata dall’ufficio culturale dell’ambasciata brasiliana in collaborazione con l’As Roma ripercorre in 52 scatti vita e opere del calciatore.

 

Il percorso fotografico si apre con gli esordi nell’Internacional, e prosegue con gli scatti del quinquennio giallorosso. La mostra “Falcão, Ottavo re” a palazzo Pamphilij a piazza Navona è inoltre arricchita da cimeli appartenuti al calciatore e dalla proiezione del docufilm prodotto da Roma Studio “Chiedi chi era Falcão”. Narra la leggenda che, dovendo andare all’Inter, Falcão venne trattenuto da Andreotti, noto tifoso romanista, autore di una telefonata all’allora presidente dell’Inter, Fraizzoli. Nel suo periodo romano e romanista Paulo Roberto Falcão aveva fatto sognare non solo i tifosi ma anche molte signore. Moana Pozzi però gli affibbiò un pessimo rating (“Carino e con un bel corpo, ma troppo sbrigativo”, voto 5, a differenza di Tardelli, 8).

 

Non sono mancate poi le consuete paternità combattute, come sempre avviene per questi campioni: “A Roma, prima di Francesco Totti, Falcão è stato il calciatore più importante nella storia giallorossa”, ha detto il figlio naturale Giuseppe Falcão in un’intervista recente a Walter Veltroni (ebbene sì). “E’, credo, il calciatore straniero più importante ancora oggi. Io faccio l’assicuratore: quando le persone vedono il mio bigliettino da visita, soprattutto la generazione dei quarantenni o cinquantenni, nei loro occhi si rivede un po’ di emozione”.

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