Millennial in cisterna
A Villa Medici dieci artisti nati tra gli ottanta e i novanta giocano con finti homo sapiens, monete sfuggite alla repressione del contante e performance orologiche-urologiche
Dieci artisti italiani per due decenni. Ha inaugurato martedì a Villa Medici a Roma #80#90, collettiva di millennial accomunati non solo dall’essere venti-trentenni, ma anche dall’esprimersi con una molteplicità di linguaggi e supporti dove comunque trionfano il piccolo formato e l’educazione e un po’ la nostalgia citazionista-ironica. Tra tutti, nella mostra curata da Pier Paolo Pancotto, il finto homo sapiens “Fruttolo” di Lupo Borgonovo, uno scheletro fatto da scarti gommosi di frutti tropicali; e “Trevi” di Namsal Siedlecki: su due pannelli simmetrici, monete recuperate da Fontana di Trevi e poi scampate ai vari processi di appropriazione-smaltimento, dunque pins, gettoni, monete false oppure vere ma di stati sconosciuti, insomma rimasugli di turistiche visite che diventano medaglie qui appese in bella vista oppure fuse a formare una testina finto-archeologica (riuso interessante anche nell’epoca della rinuncia al contante). Nella umidità romantica della cisterna romana della villa, ecco le finestre cosparse d’ambra con citazione architettonica dall’Utopia di Thomas Moore, e procedimento alchemico di Giulio Delvè. E poi la performance orologico-urologica del trentenne bresciano-londinese Andrea Zucchini, già tennista, e odierno psicanalista, con un video girato tra le guglie un po’ Mad Max delle Piramidi di Zone, formazioni calcaree nella natia Valcamonica, tra fiumi e immagini idriche vagamente preraffaellite (insieme al racconto di una fastidiosa visita dall’urologo che dà adito addirittura a un sogno un po’ fantozziano di un Caronte sullo Stige, per dire il dolore).