Mentre si avvicina drammaticamente la primavera e le temperature si alzano, i più sofferenti sono chiaramente coloro che non hanno mai svolto lo “smart working”, o telelavoro, o come viene definito nelle decine di modi in un paese che ha ancora come mitologia molto forte “il posto fisso” e l’ufficio (e ha una banda larga invece fragilissima): insomma, come al solito, inattrezzato. Saltano fuori subito interrogativi tremendi: come fate? Come è possibile? Nel senso di gestire la routine, non impazzire, non stare tutto il giorno in pigiama a guardare “Succession” in replica. Tutti si stanno attrezzando; il fondamentale sito di notizie Quartz ieri offriva agli utenti un seminario su come gestire codesto smart working, ma dopo un po', collegandomi come duemila altri malcapitati, e dopo una “vice president” che dalla sua quarantena nel Connecticut dava indicazioni su come fare stretching al collo, ho realizzato che possono piuttosto venir buoni consigli da vecchia zia freelance corroborati in anni di attività domestica in pigiama.
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