(foto LaPresse)

Eterna Sabaudia

Michele Masneri

Nell’estate del Covid, tra Di Maio e Salvini, gli ultimi scandali e i picchi immobiliari. E ancora, film e romanzi, per gli Hamptons di Roma

Nell’estate del Covid ecco che Sabaudia ritrova la sua centralità: Di Maio viene fotografato presso l’identitario stabilimento Saporetti, Salvini passeggia mano nella mano con l’amata, e gioca persino a racchettoni sulla spiaggia che pure non gli ha portato benissimo: un anno fa dalla fatale piazza di Sabaudia arrivò infatti l’annuncio che “qualcosa si è rotto nel governo”, anteprima della misteriosa sfiducia, in quella piazza surrealista e ancor più surreale col “Nessun dorma” dalla Turandot che strombazzava nelle casse all’ombra del candido campanile, in un’atmosfera più agricola che fatale, con tanti stand di prodotti tipici tra cui il pomodorino della Pontina, il Torpedino. Salvini, reduce dal Papeete, forse sovreccitato, aveva fatto la sua discesa balneare verso i colli fatali, ma appunto non andò benissimo. Sabaudia doveva essere la prima tappa del beach tour, ma il ministro dell’Interno scoprì di non essere Jovanotti. 

 

Quest’estate, dunque, si annuncia più tranquilla, a base di passeggiate e ombrelloni e racchettoni. Magari, invece dei mojitini, “Tequila e guaranà”, come canta Elodie in un video tutto girato sempre qui, tra San Felice e Sabaudia, “Te lo spacco quel telefono, oh-oh! L’ho sempre odiato il tuo lavoro, oh!”, canta pure, magari interpretando sentimenti comuni alle morose di Di Maio e Salvini e pure di Conte, sottoposte a stress (“Dovremmo sfiorarci la pelle / Sognare l’estate e le stelle / Prendiamoci tutto ora che non ci resta più niente / Non ci resta più niente”; mah. Però Conte è andato in Puglia). E però nel libro di Marco Risi “Forte respiro rapido” (Mondadori), un capitolo è dedicato proprio a Sabaudia e al Circeo, dove Dino Risi aveva una casa costruita da Michele Busiri Vici (architetto che fece l’immagine coordinata del promontorio); “bianca, piena di curve, con tante camere da letto”. Quella casa ha una strana energia, tanto che Laura Antonelli con uno strano rituale “metteva una bacinella d’acqua sotto il letto per tenere lontani gli spiriti”. Nei ricordi del regista ci sono novantuno scalini per arrivare al mare, sullo scoglio dove spesso si affacciano gruppi di fagottari che arrivano lì a prendere il sole, subito soprannominati “gli Abusivi-Rici”. Una delle case, dello stesso architetto, nel 1988 viene affittata a Susan Sarandon che aveva appena girato “Le streghe di Eastwick” con Michelle Pfeiffer, e quella fu un’estate gloriosa col duo a spasso tra Saporetti e la duna (e se la Sarandon aveva avuto una figlia da Franco Amurri, la Pfeiffer pare si innamori di un fruttivendolo di Terracina). Una vecchia vicina di casa che passa le ore in poltrona a guardare il mare invece è “Toro seduto” (poi nel 1975 il delitto tremendo, e passa la voglia di scherzare). Ma Sabaudia con le sue ville torna anche nel film di Ginevra Elkann “Magari”, dove Scamarcio e Rohrwacher si aggirano un po’ in crisi tra le forme sinuose della casa sulla duna e il mercato della cittadina (facendo anche un salto dentro la Torre Paola del marchese del Pennino, recentemente scomparso, e che ora pare in vendita). E già nel 1969 Alberto Sordi girava sulla duna il suo “Amore mio aiutami”, storia di una coppia in crisi con Monica Vitti e Sordi autoproclamato progressista e femminista che acconsente al poliamorismo (finisce naturalmente malissimo, con la Vitti percossa fino all’ingessatura: oggi la pellicola andrebbe incontro a contestazioni), e una giovane Fiorella Mannoia che faceva la controfigura, mentre Sordi costruiva una casa proprio sulla spiaggia. Descrizione del soggetto desunta dal visto di censura del 23 settembre 1969: “Marito e moglie borghesi benestanti. Il marito ostenta larghezza di vedute sulla parità di diritti tra uomo e donna. E’ convintissimo che la moglie, educata secondo rigidi e bene assimilati princìpi morali, non lo tradirà mai. In realtà è geloso e tradizionalista. Quando la moglie gli confida di essersi innamorata di un altro uomo e, appellandosi alla sua proclamata larghezza di vedute, gli domanda di aiutarla a superare la crisi, si viene a trovare in una situazione imbarazzante: deve continuare ad atteggiarsi a uomo superiore e addirittura incoraggiare la moglie a coltivare fino in fondo la sua infatuazione oppure deve rivelarsi per quello che è nel suo intimo e allontanare con ogni mezzo la moglie dalle tentazioni cui è esposta. Dall’alternarsi di queste due opposte tendenze scaturiscono diverse situazioni comiche, grottesche, a volte patetiche e persino drammatiche che rappresentano il tessuto connettivo di questa commedia brillante”.

 

Secondo Tatti Sanguineti, “Amore mio aiutami non è nato da una psicanalisi superficiale, ma da uno studio approfondito”. “Andai da Monicelli che stava girando un film a episodi e gli raccontai l’idea, dicendo che si trattava d’un raccontino sul quarto d’ora”, raccontò Rodolfo Sonego, autore della sceneggiatura. “Monicelli, che è un conoscitore implacabile dei meccanismi delle risate, mi dice: ‘Ma tu sei pazzo. Questo non è un episodio. E’ un’unica inquadratura. Due inquadrature al massimo’. Ne viene fuori un film di due ore. “Amore mio aiutami” è una delle famigerate regie sordiane, quelle della sociologia e della “Italia che cambia”, un po’ tagliate con l’accetta; “è la sola vedibile delle sue regie”, secondo Sonego. “Mi ha fatto guadagnare un sacco di soldi, perché gli americani se lo sono comprato e ricomprato una decina di volte, senza riuscire a rifarlo mai”. “Ma ricopiatelo paro paro. E’ una storia di un uomo e una donna. Di una coppia”. 

 

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Ma anche oggi, altre crisi: la storia dell’estate, quella che vedrebbe minacciato il matrimonio di Alessia Marcuzzi, niente meno, viene direttamente da Sabaudia, dove la signora è stata avvistata col marito a casa di Malagò, nel famigerato miglio d’oro delle ville con accesso al mare. Crisi anche per “Gli estivi”, romanzo Nave di Teseo di Luca Ricci su uno scrittore in ambasce tra Sabaudia e San Felice; e lì, “Il Circeo era una località balneare abbastanza conosciuta, ancorché desolata in un modo tutto suo, già da mare del Sud. Più ci si avvicinava alla costa e più le villette si somigliavano: una spruzzata di bifamiliari verniciate di bianco, con le cancellate in ferro battuto adornate da buganvillee. Tendevano a somigliarsi anche i proprietari, tutta gente coi figli già grandicelli, coi cani morti da poco”.

 

Crisi esistenziali sì, immobiliari però mai. “E’ un mercato a parte quello di Sabaudia”, ha detto al Corriere la Tecnocasa: in centro l’affitto di un trilocale varia dai 1.500 ai 2.500 euro, mentre le ville sul mare, richieste soprattutto da stranieri, non si trovano a meno di 12 mila”.