Terrazzo
Tornano i mercati centrali
A Roma e Milano (ri)aprono gli avamposti di Umberto Montano
Per anni è stata la consolazione del viaggiatore in partenza o in arrivo che non intendeva consegnarsi al tramezzino di pvc e alla pizza all’amianto. L’apertura del Mercato Centrale a Milano e Roma (oltre a Torino e Firenze) è una di quelle notizie che fa sospirare e ringraziare il ritorno alla normalità. Se a Roma il “format” dell’imprenditore Umberto Montano era un successo consolidato da cinque anni, con i ristoranti ospitati nella “cappa” mazzoniana, cioè l’ex mensa dei ferrovieri col formidabile rivestimento in mosaico degli altissimi soffitti della Stazione Termini lato via Giolitti, a Milano è una assoluta novità (stava per aprire ma poi sono arrivate le pestilenze).
Dunque eccolo, quindici mesi dopo la data prevista. Trova le differenze: sempre struttura a due piani, ma a Milano è un lungo corridoio, su cui si affacciano gli stand, con déhors esterno. Anche le utenze: se a Roma sono soprattutto viaggiatori e turisti, a Milano nei giorni scorsi ecco orde di locali: al banco dell’enoteca Tannico, startup di successo partita online e poi diventata anche “brick and mortar”, giovani bocconiani in camicia bianca succhiano ostriche acquistate al vicino banco del pesce che è una summa di milanesità (freschezza e prezzi formidabili). E poi spiedi, polli, tartufi, paste e tortelli e pasticcini sotto affreschi e graffiti molto urbani un po’ alla Basquiat. In generale, atmosfera newyorkese come in un Balthazar ferroviario. E fiorista, per dichiarazioni romantiche sul binario.
Anche la musica è diversa da Roma: a Milano più tormentosa e rimbombante, in linea con l’eccitazione generale che la città promette. Imprevedibilmente peggiore il degrado fuori dalla stazione milanese, infine, con stuoli di poveretti e/o nerboruti a ciondolare (in numero anche molto maggiore rispetto a Roma: grazie all’ampia piazza che ne può contenere a migliaia).