Terrazzo
Il diario dell'isolamento di giovani fotografi nei due anni del Covid
Ventisei fotografi della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze ripercorrono in un libro i lunghi mesi del lockdown e gli effetti psicologici che ha comportato sulle giovani generazioni
Le pene e il dolore, che si sono ammassati dentro le nostre case durante la pandemia e in particolare dentro alle stanze delle ragazze e dei ragazzi costretti a un isolamento forse ancora più traumatico, sono ancora lungi dall’essere del tutto esplorati. Sicuramente molta di quella sofferenza resterà segnando, con cicatrici profonde, non solo i corpi di chi è stato violentemente colpito dal Covid, ma anche le anime di chi ha visto la propria esistenza ridursi per quasi due anni alle pareti della propria camera da letto.
“Home 22 - Un’enciclopedia visiva dell’isolamento domestico” (Seipersei editore) è un libro prezioso che dà voce a una sofferenza trasformandola in riflessione. Stefano Vigni ha curato il volume come fosse una vera e propria esplorazione nella casa dei ventenni d’oggi, ospitando ventisei giovani fotografe e fotografi della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze. Il risultato è un libro intimo e doloroso che alterna paura a euforia. Il tentativo è quello non solo di mantenere un equilibrio, ma anche di superarlo, di vincere la paura che si annida giorno dopo giorno sotto forma di noia, tedio e angoscia. C’è chi si trova in una casa in cui si è appena trasferito con la famiglia, come Sara Acquaviva, che trasforma il proprio letto da spazio in cui dormire a spazio in cui restare sveglia. Un vero e proprio capovolgimento della realtà necessario per abbattere i muri o meglio per conoscerli e affrontarli, come ha fatto Roberta Chiarelli concentrandosi sugli angoli e sulle superfici delle pareti.
“Home 22” è anche un registro di stile: la casa predomina limitando solo apparentemente i confini visuali dei giovani fotografi. L’aderenza è infatti con il disagio che uno stato di allerta perenne cala anche sui tentativi di ironizzare e sfuggire da un silenzio ottundente. Le immagini superano le biografie personali proponendo un quadro d’insieme che va dal Novecento italiano fino a una glabra ed estrema contemporaneità. Gli oggetti anche più banali appaiono inizialmente densi di significati e di storie, ma piano piano anche loro si spogliano, riducendosi sempre più sotto la luce artificiale di una notte continua. Ogni cosa diviene così un elemento elettrico che permette un movimento inedito finalmente possibile.
E ha pienamente ragione Vigni quando scrive che a ventidue anni si è persone nel pieno della propria maturità di giovani. “Home 22” mostra a un paese invecchiato come l’Italia l’energia ironica e sovrabbondante della giovinezza. Non sorprende tanto il dolore subito, ma l’agilità con cui la gioventù è in grado di affrontarlo.