Terrazzo
Il vero tesoro di Putin
Il Cremlino, il Palazzo segreto, Montecarlo, e poi gli yacht. Oltre al disastro etico dell’ultimo zar c’è quello estetico-immobiliare
Con la terribile invasione dell’Ucraina, tra le devastanti immagini di Bucha e Mariupol, si moltiplicano per l’utente, lontano e impotente, informazioni su cose e persone. Nuove parole e nuovi dati, carri armati Reinhmetall, missili Stinger o Javelin, video del passato da comico di Zelensky, foto di oligarchi con le ville al Forte, simbologia paranazista, numeri e percentuali di quanto spendono i paesi per la Difesa, e via così. Ma qualcosa resta nascosto: Putin continua a restare un mistero, per nulla scalfito dal microscopio che c’è oggi sull’Europa orientale. Le sue figlie non sono mai apparse in tv. E non sappiamo quasi nulla del suo patrimonio. Dal suo impiego statale guadagna poco più di centomila euro all’anno e ha a suo nome solo un appartamento di 77 metri quadrati di cui si sono visti a volte, in interviste televisive, i modesti interni. Si mostra quasi ascetico, facendo sempre notare quanto sia costantemente preso dal lavoro. Anna Politkovskaja ne “La Russia di Putin” (Adelphi) lo paragona al personaggio gogoliano Akakij Akakievič “in cerca del suo cappotto”, modesto e dall’aspetto “scialbo” (che l’abbia poi trovato, il cappotto, da Loro Piana?). Riviste come Forbes e Fortune continuano a domandarsi quale sia il “net worth” del presidente, chiedendosi: “Non è che segretamente si tratta dell’uomo più ricco del mondo?” (cosa che farebbe tremendamente ingelosire Musk e Bezos). Si parla di un gabinetto d’oro a bordo del suo mega-jet, il “Cremlino volante”, di uno yacht costruito da ingegneri nucleari della marina e di orologi da mezzo milione, come un A. Lange & Sohne. Sono tutte voci, non abbiamo mai conferme.
E poi si sa, la ricchezza passa per l’immobiliare. La lista di tenute e real-estate “riconducibile a Putin” è lunghissima, ma quasi nessuna è certa, spesso non si conosce il vero proprietario, e molte magioni gli vengono attribuite da perfidi giornali atlantisti. Dai Panama Papers, ad esempio, è uscito fuori un appartamento nel Principato di Monaco, proprio a due passi dal Casinò, che nel 2003 valeva oltre 4 milioni di dollari (oggi molto di più). Secondo il Washington Post ci vivrebbe una presunta figlia di Putin, nata da una relazione con Svetlana Krivonogikh.
Il Cremlino, che fu degli zar (quelli veri), è considerata la residenza ufficiale del capo di stato, ma nell’edificio – come si vede nella lunga intervista fatta da Oliver Stone – Putin ci va solo per lavoro, tra labirintici uffici di rappresentanza pieni di scrivanie molto Guerra fredda, tra monitor e rimasugli architettonici monarchici. Putin avrebbe scelto come casa-centro di controllo un edificio governativo che ha trasformato nel 2000 in residenza ufficiale di campagna: Novo-Ogaryovo, una dacia a ovest di Mosca circondata da muri alta sei metri. Costruita per Malekov, ha una facciata giallina neoclassica in stile “Stalin Empire”. Ci andarono in visita Blair, W. Bush e Obama. Il leader russo ci ha passato la quarantena, nella primavera del 2021, dopo aver incontrato un medico che aveva preso il Covid. Per l’estate Putin ha disposizione a sud, fuori Soči, Bocharov Ruchey, villa disegnata da Merzhanov, l’architetto personale di Stalin – esplosione di neoclassicismo con pantone soviet – secondaria residenza ufficiale per la villeggiatura voluta dal padrino Eltsin.
Tra le proprietà “forse di Putin”, si cita poi Villa Sellgren, usata come location per un film sovietico anni Ottanta su Sherlock Holmes e ora usata come casa per le vacanze – sarebbe una delle sue preferite. Perfetta per pescare e per altre attività da foto propagandistiche macho-man. Si trova a due passi dalla Finlandia, su un’isoletta nella baia di Vyborg. Interni Liberty-scandinavo, ristrutturata di recente, si parla di una piscina con piastrelle d’oro e di una spa sotterranea e di guardie armate intorno al perimetro. Ci sarebbe poi una casa-retreat, ufficialmente della Gazprom, nelle remote montagne dell’Altai siberiano, dove Putin ama festeggiare il compleanno, facendosi riprendere mentre raccoglie bacche e funghi con un cappello da cacciatore. Per godere del clima mediterraneo si parla poi di una villa vista mare da trentacinque milioni di dollari a Marbella, chiamata Roca del Rey, dentro il resort di lusso La Zagaleta, dove produce anche del vino Pingus da 400 dollari a bottiglia.
Ma il fiore all’occhiello del portfolio immobiliare di Putin sarebbe Gelendzhik Palace, noto come Putin’s palace, che si sarebbe fatto costruire sulla costa del mar Nero, vicino a Gelendžik nel corso degli ultimi anni a un costo di un miliardo e mezzo di dollari. Probabilmente il più grande edificio privato della Russia, protetto da una no-fly zone. Gigantesca piscina di marmo circondata da statue di divinità greche, un anfiteatro in fase di costruzione, un padiglione cinese, campo da golf, cinema, uno studio dentistico, camere criogeniche, diverse piattaforme per l’atterraggio di elicotteri, un acquario di tredici metri quadri, un giardino botanico, vigneti, una pista da hockey su ghiaccio sotterranea, una chiesa, un casinò, una discoteca acquatica, una sala per il pole dancing (very Bunga-bunga). E poi decine e decine di camere da letto e saloni, tutti in un tentativo di stile Luigi XIV mescolato a stucchi e colonne da architettura italianeggiante, con tanto di affreschi con putti e scene mitologiche, e ovunque lo stemma nazionale delle due teste d’aquila. E’ stato Navalny – ora in carcere – a distruggere l’immagine di un Putin stakanovista dai consumi modesti, mostrando immagini di questa Versailles sul mar Nero, attraverso la sua fondazione. Un palazzo in cima a una penisola, come una Reggia di Caserta a Saint-Jean-Cap-Ferrat, come una Villa di Monza sul promontorio di Portofino. Non ci riesce, Putin, a sfuggire al look da cattivo di 007, o da quello di uno zar-wannabe.