Foto Lambrate Desing District 

terrazzo

Gita fuori porta, Lambrate e poké

Giulio Silvano

Gita fuori Porta (Venezia). Lambrate come Soho nella nota via Ventura (da non confondere con Ventura Boulevard, LA, anche se si parla comunque inglese, Lambrate Design District of course). Gallerie aperte, aperitivi in piedi, Converse, vestitini e tote bags. Sopra l’Ortica, zona che attira fuggiaschi delle impennate immobiliari di Città Studi così come aveva accolto i milanesi in esilio dopo la distruzione della città a opera di Federico Barbarossa, tra i nuovi development in costruzione, “Twin palace, your place to live” con rendering che sembra the O.C., tra villette liberty sui vialoni e orti comuni sui tetti. Anche Francesca Minini, figlia di Massimo, ha aperto qui il suo spazio – mostra della trentatreenne Alice Ronchi coi suoi rilassanti colori pastello morbidi e lattiginosi sotto plexiglass. Alla Prometeo Gallery opening di Julieta Aranda, Elizabeth Povinelli e Karrabing Film Collective.

Tutto molto biennale, materico + citazioni di donna Haraway, sulla fine del mondo. Una serie di cime e corde e resti di reti arrivate come detriti con le onde, raccolte negli ultimi dieci anni da Aranda, diventano, annodati e attaccati al muro, un alfabeto. Molti giochi con i processi di decomposizione, tra ossi giganti e immagini biologiche. Anche alla galleria Doris Ghetta, Margarethe Drexel, classe ’82, gioca con la materia, con i simboli e con la fine dei riti. Un liquido in fermentazione, miscela a base di una pianta chiamata anche Sangue di nostro Signore fa gonfiare dei palloncini bianchi. Tarocchi e animali demonici. Tutto molto meno byung-chul-hanesco invece da ArtNoble, spazio dell’inglese Matthew Noble che ospita artist* emergenti con aria condizionata. Alberto Selvestrel piemontese venticinquenne autodidatta fotografa il mare incastrandolo perfettamente dentro a spicchi creati da edifici, muretti imbiancati a calce, intonaco. Precisissimo, che neanche la griglia dell’iPhone. Molto instagram + Ghirri col righello, ma iperrealista tanto che una signora si avvicina col naso e dice “ma guarda che è in rilievo”.

Gli scorci sono di Amalfi, della Puglia, della Grecia, della Liguria. Selvestrel ci racconta quanto tempo aspetta e quanti calcoli fa per trovare il momento giusto. “Rappresento la realtà come un mosaico, trovo un escamotage per schiacciare i piani nella bidimensionalità”, dice al Foglio. Fuori, nelle vie, tra supermercati discount e autofficine, si attende impazienti la gentrification a suon di poké.