Casa a forma di scarpa (foto di Airbnb) 

Terrazzo

Airbnb punta sulla casa più pazza

Enrico Ratto

Un fondo da dieci milioni di dollari per finanziare le idee più creative degli host. L'idea della compagnia per tornare al suo core business

E così ci penserà Airbnb, con dieci milioni di dollari, a coprire i costi necessari per realizzare la prossima grande idea in fatto di casa, di ospitalità, di turismo contemporaneo, ma anche solo di letto con un tetto – memorabile, purché vicino all’aeroporto – dove passare la notte prima di salire sul volo delle cinque del mattino. Il “Fondo Wow” o “Omg Fund” – insomma, lo spirito è questo – è stato lanciato con una newsletter globale la scorsa settimana. Dieci milioni da suddividere tra cento host che supereranno la selezione per l’idea di casa più “crazy” che si possa immaginare, centomila euro a testa.

 

Per Airbnb questa è la fase dell’esperienza, quella che si condivide, che si commenta, che si valuta insieme alla pulizia. Siamo passati attraverso la fase welfare, affitto la camera vuota e arrotondo un po’, intanto le pulizie le faccio io, poi il riciclo-abitativo, quando sulla piattaforma è finita qualsiasi seconda casa si riuscisse a rastrellare tra i beni di famiglia gravati da spese condominiali. Adesso agli host è richiesto uno sforzo creativo per dare la migliore esperienza possibile al turista post-pandemico. Dopo due anni di blocco pressoché totale ai viaggi, con gli host sui gruppi Facebook a inveire contro l’impero Airbnb come se c’entrasse qualcosa, oggi Airbnb sembra volersi riavvicinare al vero cuore della piattaforma: la casa.

 

La pagina internet dell’Omg Fund è un inno alla libertà d’espressione, un invito al volo pindarico, l’esatto opposto di ciò che chiedono i progettisti quando si trovano centomila euro di budget: dateci le linee guide, poi lavoriamo. Le linee guida, qui, sono una serie di esempi motivazionali: nel 2009 Kristie ha acquisito la “grande patata da sei tonnellate” dismessa dall’Idaho Potato Commission – certo, “il comitato di marketing che rappresenta i coltivatori di patate dello stato americano dell’Idaho” – e l’ha trasformata in un alloggio: costo per Kristie 32 mila dollari, introiti 200 mila, se ce l’ha fatta lei… Keith e Jen, invece, hanno acquistato un silo di cereali per un solo dollaro, lo hanno capovolto di novanta gradi e adesso è il loro Yellow Submarine da affittare a centoventi euro a notte.

 

Tra i casi di studio, c’è anche il bus retrò in stile Magic Bus di Into the Wild, ma quello c’è sempre. Insomma proprietari, progettisti, architetti anche in stage sono chiamati ad avere un’idea folle, ma non è così semplice perché non basta presentarsi con un progetto insolito, deve essere proprio “unico”, mai visto prima. Inoltre deve essere “memorabile”, il che significa che dovrà offrire un’esperienza da fotografare, da condividere, e nel caso anche da ricordare nel proprio intimo, perché building sì, ma building memories. Naturalmente è richiesta la sostenibilità, energia pulita e materiali riciclati a volontà. E infine bisognerà presentare qualcosa di realizzabile, il requisito della “fattibilità”, poiché i centomila dollari non sono destinati a un’idea sulla carta, ma a qualcosa che generi commissioni.

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