Foto di Sailko, via Wikimedia Commons 

terrazzo

Farnese-mania. La mostra

Manuel Orazi

Alla Pilotta di Parma un'esposizione che riguarda l'arte, il potere e l'architettura di una delle più influenti famiglie del nostro paese

Che grande serie Netflix sarebbe quella sui Farnese, sarebbe molto più globale e articolata di quella sui Medici. Invece bisogna accontentarsi, si fa per dire, della mostra alla Pilotta di Parma aperta fino al 31 luglio, I Farnese. Architettura, arte, potere, a cura di Simone Verde (catalogo Electa, 480 pp., 52 euro). Trecento opere in mostra all’interno di uno dei lasciti più monumentali di questa dinastia iniziata nel XII secolo in un piccolo castello della Tuscia ed estintasi sei secoli dopo nella piccola capitale emiliana. Non basterebbe nemmeno una lenzuolata da due pagine di Arbasino dei bei tempi per raccontare tutte le sezioni, è una carrellata infinita che può continuare alla Galleria nazionale interna – magistrale l’allestimento di Guido Canali, maestro autoctono –, nel Museo archeologico e poi per le vie di Parma, Piacenza, Colorno, Roma, Gradoli, Ortona, sull’Isola bisentina sul lago di Bolsena e persino nelle Fiandre.

 

E questo è il primo punto a favore della mostra, estendibile cioè a piacimento sia dentro la Pilotta sia fuori. Poi c’è l’infilata di capolavori pittorici legati al più grande di tutti, Alessandro (1468-1549), fatto cardinale da Alessandro VI Borgia grazie alla sorella Giulia Farnese, la donna più bella di Roma e amante papale. Per questo Pasquino lo chiamò “cardinal fregnese”, ciononostante i due fratelli trasformarono il casato da militare in principesco, entrambi furono ritratti da giovani da Raffaello perché già in grado di pagarlo. Alessandro passò parte della giovinezza a Firenze stringendo amicizia con i rampolli medicei, che poi saranno Leone X e Clemente VII, e fu anche un talento diplomatico: avrà rapporti duraturi  con Michelangelo, Tiziano e Vignola fra gli altri.

 

Non fu inviso nemmeno a Giulio II che lo spedì a Macerata come Legato della Marca anconitana, generando in questo periodo quattro figli fra cui Pier Luigi, che riuscirà a imporre come primo duca di Castro, Parma e Piacenza – ecco spiegato anche il nome di Bersani nato nell’ex stato farnesiano. Eletto papa come Paolo III nel 1534 fu uno dei più grandi mecenati di ogni tempo, il Palazzo Farnese a Campo dei Fiori e quell’opera d’arte totale che è Caprarola lo testimoniano, senza contare il Giudizio universale in Vaticano. I disegni vignoleschi in mostra sono una bellezza perché permettono di capire la genesi dell’ibrido manierista di tre tipologie (castello, palazzo, villa) a Caprarola, affrescato da Taddeo e Federico Zuccari con scene dell’Eneide sotto la consulenza letteraria di Annibal Caro, all’epoca segretario di Pier Luigi nonché primo traduttore in italiano della stessa (dedicata al figlio Cardinal Alessandro Farnese il giovane), ma soprattutto primo edificio celebre a pianta pentagonale.

 

Resta negli occhi il tenebroso ritratto di Paolo III di Sebastiano del Piombo su lavagna, una pittura rugosa di un volto scarno con uno sfondo nero senza tempo e non finito come nello stile del suo amico-nemico Michelangelo. A seguire però troverete di tutto, corazze, mobili, gioielli, strumenti musicali, libri, mappe, modelli, arazzi, scenografie, documenti, video per una grande abbuffata culturale parmigiana.

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