Terrazzo
Accumulo-mania: dei cimeli non si butta via niente, tranne se sei Joe Biden
L’evento super remunerativo per Joan Didion (quasi due milioni di dollari), i biglietti del tram e i pacchetti di fiammiferi di Hemingway. L'accumulazione è buona, nonostante Kondo, ma non se sei il presidente americano e hai dei documenti top-secret
Marie Kondo è stata a lungo nemica numero uno di Sotheby’s e dei dottorandi delle humanities. L’insegnamento della guru dell’ordine, del buttare via tutto, dello svuotare casa, del possedere solo lo stretto necessario non tiene conto di aste e ricerca per i posteri. L’accumulazione di Joan Didion ad esempio, icona del new-journalism e della californication, ha portato a una recente remunerativissima asta quando hanno svuotato la sua casa dopo la morte, avvenuta nel 2021. Quasi due milioni di dollari, soprattutto per i libri, compresi quelli di cucina.
La sua collezione di paperback di Hemingway, il suo maestro, è stata battuta per 14.000 dollari (la stima la dava a 400). Ma non solo carte scritte. C’erano Moleskine ancora incellophanati e quadernini vuoti che sono andati per decine di migliaia di dollari. E poi occhiali da sole (27.000 dollari), mobili, argenteria e anche un set di pentole Le Creuset che era stimato a 800 dollari e ne ha fatti 8 mila. Gli eredi sono contenti che non abbia buttato via le cose (hanno deciso di donare tutto in beneficenza). E soprattutto gongolano i cultori della materia. Pochi giorni fa altre carte dell’autrice, e del marito, sono state acquistate dalla New York Public Library per una cifra segreta: ci sono oltre settanta metri di carte impilate da ordinare e rendere disponibili agli accademici, tra cui le ricerche per i pezzi raccolti poi in The White Album e appunti per The Year of Magical Thinking, sceneggiature e lettere scambiate, tra gli altri, con Richard Avedon, Michael Crichton, Nora Ephron, Allen Ginsberg, Diane Keaton, Jacqueline Onassis, John Wayne e Philip Roth.
Non solo la prosa asciutta, da Hemingway si può imparare a non buttare via niente, lui che teneva anche i biglietti usati dei tram o i sottobicchieri dei pub e pacchetti di fiammiferi degli alberghi, e si trovano ancora bauli e scatole lasciate in giro, nei depositi degli hotel o nei garage dietro ai bar che frequentava. L’ultimo era stato trovato l’anno scorso allo Sloppy Joe’s, e dentro c’era anche l’uniforme della Prima guerra mondiale e dattiloscritti incompleti di Morte nel pomeriggio. La confusione di una casa si può anche musealizzare come è successo con la biblioteca di Philip Roth donata alla Newark Public Library, dentro teche e display.
Certo, tenere tutto non vuol dire tenere le scatole avanzate del fast-food. Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha detto l’altro giorno “In casa mia non troverete nessun documento top-secret, solo sacchetti di Chick-Fil-A per terra”. Un’ondata sta travolgendo la politica americana, e ha a che fare con i documenti classificati ritrovati nelle case di ex presidenti e vice. Accumulazione dei piani nucleari. Carte che dovevano finire negli Archivi nazionali e invece erano nei cassetti e negli scatoloni, insieme a copie di Time magazine e menu delle cene di stato. Se sei uno scrittore puoi accumulare, se sei l’ex presidente degli Stati Uniti meglio di no. Sempre per citare Sottsass: “Di chi sono le case vuote?”.