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Com'è verde la mia collana editoriale. Il caso di Aboca
Il Green Deal stimola l’immaginazione, anche nel campo dei libri. Così nascono intere collane come “Il bosco degli scrittori” della casa editrice toscana, che è anche una società agricola
Il Green Deal stimola l’immaginazione editoriale e anzi la colonizza, sospinta da sempre nuovi primati di inquinamento, siccità e particolato nell’aria. Nascono intere collane dedicate come “Il bosco degli scrittori” di Aboca che oltre a essere una casa editrice è anche una società agricola a Sansepolcro, il borgo fatato di Piero. John Fowles, L’albero, ma anche tanti scrittori italiani sono stati chiamati in questa collana (Enrico Brizzi, Antonella Cilento, Davide Rondoni) che non tratta solo riflessioni su luoghi ameni come boschi e riserve bensì anche di verde urbano, vedi Giuseppe Lupo, Il pioppo del Sempione. I grandi editori come Marsilio rispondono proponendo un’originale controstoria: Alberi! 30 frammenti di storia d’Italia, a cura di Annalisa Metta e altri, mentre sta uscendo il saggio filosofico di Philipp Blom, La natura sottomessa. Ascesa e declino di un'idea. Poche settimane or sono è mancato Piero Gilardi, artista e designer torinese che ha sempre giocato e lavorato con l’ambiente e anche per questo ha lasciato alla sua città non una scultura ma il Pav, Parco di arte vivente, nato nel 2008 in collaborazione con Gilles Clément, teorico francese dei noti concetti di Terzo paesaggio, giardino in movimento e giardino planetario. Un maestro di Clément è stato a sua volta Francis Hallé di cui la milanese Nottetempo ha finalmente tradotto In difesa dell’albero, dove convergono anni di studi di gruppo nelle foreste primarie africane svolte insieme a Clément e a Patrick Blanc, quest’ultimo diventato una green-star avendo brevettato il muro vegetale o giardino verticale reso celebre dalle collaborazioni con le archistar Jean Nouvel (Fondation Cartier e Musée du quai Branly a Parigi) e Herzog&de Meuron (CaixaForum a Madrid).
Pubblicato nella nuova collana “Terra”, Hallé spiega che “potenzialmente immortali, gli alberi sono superorganismi al tempo stesso individuali e collettivi” e insomma è chiaro che c’è ancora molto da capire sul mondo vegetale che si presta perciò a infinite speculazioni dove eccelle Emanuele Coccia, docente a Parigi e a Boston, Metamorfosi è il suo ultimo libro sul tema uscito da Einaudi. Se Coccia sta passando dallo studio della vegetazione a quello dell’architettura (Filosofia della casa, Einaudi), gli architetti sembrano invece imboccare la strada inversa. Il compianto Adolfo Natalini si lamentava già quarant’anni or sono che i suoi colleghi non sapessero distinguere un faggio da un platano o un cedro da un frassino, con pochissime eccezioni come Cesare Leonardi, Franca Stagi, L’architettura degli alberi (Lazy Dog€) oggi giustamente riscoperti. Stefano Boeri ha raccolto le sue ricerche sul tema in Green Obsession. Trees Towards Cities, Humans Towards Forests (Ossessione verde. Alberi verso le città, umani verso le foreste, Actar Publishers), Mario Cucinella ha inserito un dialogo col botanicstar Stefano Mancuso in Building Green Futures (Forma edizioni) mentre Andrea Zamboni riscopre uno dei tanti capolavori nascosti dell’architettura italiana del ’900: Creating Coromandel. Marco Zanuso in South Africa, con Edna Peres (Artifice Press) raccontando la storia di questa villa sudafricana costruita parallelamente a un nuovo habitat naturale utilizzando anche i tetti e molte specie autoctone.