Terrazzo
Lost in Eurovision
Dialogo notturno su WhatsApp alle prese con la difficile unificazione musicale europea. Rimpiangendo Sanremo
E poi ci siamo trovati, come canta Blanco con Mina, un sabato sera. Enrico Vanzina mi scrive un messaggio: ma sto guardando Eurovision, ma è fantastico! Vanzina è a Roma, io a Milano e lo sto guardando anche io, fuori piove. Anche per me è la prima volta (sono un boomer, confesso). A quel punto non la smettiamo più, messaggi e Google alla mano. Davanti a quello spettacolo di trash pirotecnico rimaniamo incantati fino alla fine. Questa è più o meno la trascrizione di una sera davanti a Eurovision, su WhatsApp.
Enrico Vanzina Ma è fantastico! Qui siamo piombati in una dimensione europea stupenda. Tutto quello che non raccontano i giornali, che non dice Von der Leyen, il patto di stabilità, la burocrazia europea… Sono entusiasta. Ma poi lo fanno in Gran Bretagna, ma come è possibile? Con la Brexit...
Michele Masneri Ma che ne so. C’è anche l’Australia.
EV Poi quest’anno si fa a Liverpool, quello che fa impressione è che l’unica musica europea che ci sia mai stata era quella dei Beatles.
MM E c’è pure Kate Middleton che suona il piano, tra l’atro indicata dai sottopancia come “Kate Middleton”, così, come se fosse una cantante. E Andrew Lloyd Webber, che ha fatto l’inno per re Carlo.
EV Mi ricordo che Padoa-Schioppa diceva: nel mondo mi sento europeo, in Europa mi sento italiano. Io dico lo stesso per l’Eurovision. Però se arrivare a una moneta unica è stato difficile, mi sembra che arrivare a una musica europea sia ancora più arduo. Poi anche le lingue: cantano tutti in inglese ma poi si torna agli idiomi nazionali, non si capisce più niente… Alessandra Mussolini tanti anni fa disse: ma chi è sto Juncker, uno yogurt? Mi sono trovato un po’ spiazzato anche io: ma che è ‘sta Europa…
MM Un EuroBagaglino.
EV Tra Bagaglino e Cirque du Soleil. E contenuti politici incomprensibili, gli ucraini hanno il cantante nero, la svedese la marocchina. La norvegese di origini italiane, la francese una via di mezzo tra una Josephine Baker e Edith Piaf, che stona tantissimo con la scenografia. La portoghese che vira sul pop ma poi torna sul fado
MM E Gustaph, il belga? E i croati, un po’ Village People? Ma antimilitaristi coi missili tipo Charlot nel Grande dittatore!
EV La signora che presenta, quella bionda, mi ricorda tantissimo qualcuno.
MM Forse un po’ Sharon Stone.
EV Mah. Non so.
MM Anche un po’ Penny Mordaunt, quella che apriva la processione di Carlo con lo spadone.
EV La svedese che ha vinto invece sembra uscita un po’ da “Attila flagello di Dio”, un po’ da “Quando le donne avevano la coda”.
MM Mitico! Con Senta Berger!
EV Sì, l’ho conosciuta. Ma hai visto le unghie? Un misto tra Tim Burton e Rita Rusic. In generale come spettacolo comunque qui siamo tra “Avatar” e la “Guerra dei mondi”. Però quello che è strano è che usano gli effetti del cinema americano per fare questa specie di Disneyland, mentre il cinema europeo ha sempre cercato di mantenere una sua unicità. Qua l’unicità europea va a farsi benedire...
MM Fatta l’Eurovision, bisogna fare gli Europei…
EV Poi le didascalie : “questa ha fondato un’associazione contro l’emicrania…”. Ma che c’entra?
MM Mi sembra però tutto un unico spettacolo. Dall’incoronazione di Re Carlo, Kate Middleton che suona il piano, poi il Cha cha cha finlandese, poi Zelensky con la felpa che va dal Papa, Giorgia Meloni vestita da alpino…
EV Sì, hai ragione, ormai è un rullo continuo. Esci da una storia ed entri nell’altra, con le immagini che sembrano sempre prese in prestito da un altro contesto. Sembra tutto un’apertura dei giochi olimpici: le parate militari, la spettacolarizzazione e il gigantismo, un gusto globale, anche i colori, un “cafonal international” da Expo, da Dubai, da Milano Citylife…
MM Natale a Dubai.
EV E poi come votano? Ci saranno degli accordi politici? Noi abbiamo ricevuto i voti da Malta, ma poi in cambio ci prenderanno i migranti? Ci saranno degli accordi sui formaggi, sul dop?
MM Noi ne usciamo benissimo però. Abbiamo due cantanti top, Mengoni e Mahmood.
EV Be’, rispetto agli altri… Elio e le storie in mutande croati e la famigliola albanese, sono gli influssi della Puglia di fronte….
MM Che poi i finlandesi e gli svedesi un tempo erano famosi per la sobrietà. Il cinema, il design…
EV Ingmar Bergman!
MM Ormai siamo noi gli inglesi d’Europa, siamo molto più sobri, stabili, anche politicamente. Quelli oltre a Brexit hanno avuto tre governi in un anno, manco Andreotti negli anni Ottanta.
EV Noi a Eurovision quest’anno abbiamo portato la musica italiana vera. Sembra anche un programma anni Cinquanta, come pezzi. Siamo un po’ degli alieni noi.
MM Insomma viva Sanremo.
EV Che poi paradossalmente il Sanremo italiano quest’anno è stato un po’ un Eurovision come spettacolo.
MM E’ vero! Ci stiamo eurovisionizzando. Ma in confronto, Sanremo è la Scala, è Bayreuth.
EV Ma a Sanremo tu stai lì che aspetti la stonatura, che cerchi di capire se quello sta lì perché è raccomandato o no.. qui rimani invece inchiodato per il fascino dell’orrido…
MM Però almeno non c’è il monologo dolente, la lettera a sé stessa dell’influencer riflessiva…
EV Ma Ferragni verrebbe spazzata via in un contesto del genere, tra fuochi e fiamme e trampolieri.
MM Ti confesso che dopo che è finito, ero talmente stravolto che non riuscivo a dormire, e su qualche canale ho trovato “Matrimonio alle Bahamas”. Una continuazione perfetta.
EV Ah, sì, l’ho scritto io. Infatti è uno dei peggiori… Ecco a chi somiglia la presentatrice, a Victoria Silvstedt. Comunque l’estetica è quella lì. Fa strano perché in uno show europeo e c’è quesa estetica molto globale, da America, tutti quegli scintillii, i fuochi. Da Las Vegas. Tutto ciò che è contrario all’identità europea. Tutto asfaltato dall’estetica di Dubai…
MM E anche ‘sto Eurovision…
EV Dai, andiamo a dormire.
MM Buonanotte.