TERRAZZO
Roma Novissima per architetti millennial. Una mostra
Nella città che secondo Andy Warhol dimostra cosa succede quando le rovine durano troppo, progettare è sempre un po’ più difficile che altrove. Ma si prospetta una nuova stagione che si spera di rinascita
Una nuova generazione di architetti a Roma? Generazione Erasmus? Di sicuro a Roma progettare è sempre un po’ più difficile che altrove – secondo Andy Warhol è la città che dimostra cosa succede quando le rovine durano troppo – ma adesso un gruppo di nuovi architetti, diciamo nati a fine anni Ottanta, diciamo dunque millennial, a spanne, punta su questa nuova stagione che si spera di rinascita.
Tornati dalle peregrinazioni internazionali, dalle Olande e dai Belgi, undici studi under 40 ci provano. Da venerdì 22 all’ex Mattatoio di Testaccio, curata dallo studio WAR- Warehouse of Architecture and Research, va in scena “Roma Novissima”, gioco di parole serio tra la Roma Interrotta ai Mercati di Traiano e La Strada Novissima per la Biennale di Venezia, e dunque maestri romani che son venuti a mancare proprio quest’anno come Sartogo e Portoghesi. Dunque non rottamatori, ma osservatori educati del presente, innanzitutto, questi millennial. Undici studi under 40, sono Sofia Albrigo, AUT AUT, Azzariti-Cappella, Brunelli-Ann Minciacchi, EXPAND, GICO, Grazzini-Tonazzini-Colombo, LATITUDE, SET, SUPERVOID, WAR.
La prima delle tre sezioni della mostra è intitolata Cronaca, dove con la tecnica del fotomontaggio si procede a una aggiornata Tavola degli Orrori, un “Atlante dei classici padani”, però adattato al Gra, una ricognizione anche ironica su cosa è stato costruito a Roma ultimamente (e dunque parrebbe, almeno a chi scrive, una variazione peculiare e mediterranea sul tema “casa del calciatore” o “casa dell’influencer”, con palazzine molto candide, ampi terrazzi, compound simil-City Life. Uno spontaneismo che insegue i boschi verticali nella città della foresta orizzontale, mai domata dal decespugliatore…).