Terrazzo - Quarta Parete
Carrie non abita più qui
In “And Just Like That… 2”, Bradshow si allarga (beata lei) e saluta il suo vecchio appartamento con una cena sontuosa con amici vecchi e nuovi a corredo
"And Just Like That…” è – come e forse più di “Sex and the City” – anche una questione di case. Conclusasi da poco la seconda stagione, con un finale che lascia onestamente un po’ perplessi (non che il resto di questo secondo capitolo sia stato esaltante), uno dei twist inaspettati e degni di nota è stato la scelta da parte di Carrie di mettere in vendita il suo iconico piccolo appartamento dell’Upper East Side. Marchio di fabbrica di “Sex and the City” erano infatti le scene in cui Carrie scriveva la sua rubrica al portatile davanti alla finestra. Ebbene: la finestra non sarà mai più. La Bradshow cambia casa, cambia vita (forse), acquista una nuova magione newyorkese ben più ampia (evidentemente tra eredità di Big, podcast e libri ha messo via bene) e saluta il suo vecchio appartamento con una cena sontuosa con amici vecchi e nuovi a corredo. E’ pur vero che in “And Just Like That…” la casa di Carrie aveva già subito dei mutamenti estetici rispetto al passato: carta da parati con enormi garofani blu, libreria francese, mensole gialle, parquet ambrato che scalda ed eccentrici tessuti Madras. Tocchi del vecchio stile di Carrie però erano rimasti in alcuni dettagli come il telefono con il filo, qualche lampada e una credenza.
In generale, il production designer Miguel López-Castillo ha realizzato delle case che raccontano, nello stereotipo sfacciato ma sempre preciso al millimetro, le varie tipologie di donne che le abitano. Abbiamo quindi Miranda che parte dalla sua calda brownstone di Brooklyn (quartiere Prospect Heights) arredata in modo classico e famigliare, con mattoni a vista e oggetti funzionali ma di gusto per poi passare alla parentesi Californiana, in cui l’avvocatessa vive con la compagna Che in un bungalow sulla spiaggia (spoiler: non durerà, né la relazione né questa nuova versione domestica tutta fiori e bambù). Più rassicurante e privo di scossoni è lo stile della casa di Charlotte che ben si confà ad un personaggio che incarna uno stile ricco e sofisticato, nella sua classicità. La ex gallerista vive insieme al marito ebreo Harry e alle due figlie (antitetiche) in un grande appartamento a Park Avenue: casa d’epoca dallo stile conservatore, soffitti alti, modanature a corona, inserti fiorati, pavimenti in legno massiccio e toni crema.
Restando su simili latitudini newyorkesi, ma cambiando decisamente genere, c’è poi l’abitazione di Lisa, infarcita di opere d’arte contemporanea e di abbinamenti di colore arditi e di grande impatto. Il suo spirito artistico, anticonvenzionale e istrionico si riflette negli arredi domestici scelti per contrasto e in un maestoso armadio per la camera padronale. Completano il quadro l’abitazione in chiave moderno art decò di Seema, il loft con pavimento in cemento e travi a vista di Nya e l’asettico appartamento ben poco personalizzato di Che. Un caleidoscopio di gusti, tutti nella realtà costosissimi, che raccontano ben più della trama della serie. Sì, perché in “And Just Like That…” è tutto, prima di ogni altra cosa, una questione di stile.