terrazzo
Un libro per voyeur immobiliari
Diciamoci la verità: passiamo tutti un po' di tempo a guardare case che non compreremo mai. Per prendersi una pausa dalla droga del real estate scrolling è uscito per Hoepli "Nelle case – Milan interiors 1928-1978", di Enrico Morteo e Orsina Simona Pierini
In quanti, in sostituzione allo scroll or die, o al posto di lavorare, scelgono ogni giorno come principale passatempo il web surfin’ dell’immobiliare. Idealista, Immobiliare.it, Mansion Global, Zillow, Trovacasa.net, Sotheby’s, SeLoger, Green Acres… partite Iva creative e millennial procastinatori, affittuari indefessi sognatori e pseudo-nepo-baby in attesa dell’eredità passano il tempo a guardare case, case che spesso non compreranno mai, dove non entreranno mai, in città dove magari non sono nemmeno mai stati. Arrivi a mezzanotte e stai calcolando bene i tempi di della nuda proprietà per dei trilocali a Genova. È l’ora di pranzo, non hai fatto nulla, ma hai ben chiaro il panorama dagli attici di Mergellina. A Milano, spaventati dai prezzi che neanche Boerum Hill o il 16esimo arrondissement, a volte ci si chiede come sia possibile che il proprietario precedente arredasse una casa in quel modo, una casa che ora parte dagli 8mila al metro quadro.
A volte sembrano covi delle Br, altre volte un misto tra Lapo Elkann e Casamonica, tovaglie di plastica e magliette da calcio incorniciate. Si intravedono alle volte le stratificazioni, “qui una volta c’era il design e poi è arrivata Ikea”, sembrano dire le foto, carta da parati William Morris e cassettiere Malm in finto rovere, o, peggio ancora, le agenzie che ci vogliono ammaliare con tutti quei nuovi trick, con rendering misto a realtà – i danni dell’AI – e gatti accoccolati photoshoppati per dare il senso di vissuto, e poi quel gusto così asettico con il focus sul water sospeso e quelle cucine che fanno subito AirBnB.
Per prendersi una pausa dalla droga del real estate scrolling, ma senza le brutture degli interni, è uscito un libro per Hoepli che permette il godimento senza il pugno nell’occhio: Nelle case – Milan interiors 1928-1978, di Enrico Morteo e Orsina Simona Pierini. Ci sono le planimetrie, vero fetish del real estate porn, e le foto di alcune delle più belle case di Milano, o forse di tutte. Ecco la casa studio di Ettore Sottsass e Nanda Pivano, del 1954. Ecco casa Pizzocaro di Gae Aulenti. Ecco la casa studio di Nanda Vigo. Ecco la casa Sambonet, con collezione di bastoni da passeggio e lampadari di Alvar Aalto. Ecco la casa di Roberto Olivetti, con pareti, pavimenti e sedute di sughero. Ecco Gio Ponti che nel ’36 per Casa B. mette sopra un letto d’angolo in chintz un “fotomosaico al muro della Primavera di Botticelli, risolta, con espressione metafisica, in negativo”. Ecco Caccia Dominioni, ecco una casa di Magistretti con le Barcelona colpite dal sole degli anni ’50.
È vero quello che ti dicono quando arrivi a Milano, che la bellezza è nascosta, è dentro, ma non tanto nei cortili, quanto nelle abitazioni fatte dai miti borghesissimi del design e dell’architettura. Come dicono gli autori del libro, molte di queste case da quando è iniziato questo progetto nel 2018 “sono state vendute, altre demolite, molte ristrutturate”. Per fortuna questi interni sono stati fotografati nel tempo per Domus e Casabella e possiamo sfogliarli qui in un best of “spiegato bene”, invece di stare su Immobiliare.it.