Fonte LaPresse

Terrazzo

L'altra Leopolda. Storie e miti della villa in Costa Azzurra che fu del re del Belgio e di Gianni Agnelli

Enrico Ratto

Da "Caccia al ladro" di Alfred Hitchcock alla tragica morte di Edmond Safra, infiniti sono i racconti e i personaggi sullo sfondo della lussuosa residenza in Provenza

Beaulieu-sur-Mer, dieci chilometri da Nizza, è un paese dove le persone sembrano non avere un passato. Una enclave per milionari, e anche qualcosa di più, post-moderna, emozionale, le storie sono memoir non biografie, i fatti sono superati dai ricordi, soprattutto molto dipende da come vengono ricordati. Se vuoi sapere come stanno le cose non devi certo sederti tra gli avventori inglesi, norvegesi e americani che ordinano Negroni e pain au chocolat. Il vero centro della vita cittadina, a Beaulieu, è il PMU, il bar del centro dove si gioca ai cavalli (senza trucchi, si auto-assolvono così) e dove prima o poi, nel corso della giornata, capitano tutti: dal sindaco al capo della municipale, dall’ex legionario all’ex croupier, e poi chef, sous- chef e pasticceri, il direttore del Credit Agricole qui accanto che stringe la mano a tutti, indipendentemente dal rating.

“I told you three millions, three, three!” alzava la voce, qualche giorno fa, un texano in bermuda al cellulare, e chissà se erano milioni, barili di petrolio, altro. Nessuno domanda, nessuna di queste persone ha un ruolo o un passato, tutto scorre nelle storie che si raccontano, sempre sul ciglio della leggenda. “Italiano?” domanda uno che faceva l’autista, solo Rolls sottolinea, ora investe qui la sua pensione “conosci Licio Gelli, la storia di Licio Gelli? Il giorno che l’hanno arrestato a Nizza, qui è passato Andreotti, proprio qui, avanti e indietro, tre volte, cosa vuol dire?”. Già, cosa vuol dire? Leggende, abbagli, coincidenze. Una delle storie che va sempre è quella dell’Avvocato. Gianni Agnelli ha passato i suoi anni migliori, fino ai quarantacinque, affacciato sulla baia di Villefranche, a Villa La Leopolda, una delle proprietà di Leopoldo II del Belgio. Inaccessibile, immersa in ettari di parco, bellissima, anche se di recente Ljuba Rizzoli, memoria storica di tutta l’area, al Corriere ha dichiarato che “la nostra villa, sul promontorio di Cap Ferrat, era a due passi dalla sua, ma la vista era più bella”, così l’Avvocato spesso si spostava giù, verso le feste al faro.

La Leopolda fu teatro della storia d’amore con Pamela Harriman e del famoso schianto in auto, il 2 agosto del ‘52, contro un camion di macellaio, di Gianni con a bordo la giovane Anne Marie d’Estainville, in fuga da Harriman che li aveva scoperti (con conseguente gamba maciullata). 

Poi nel ‘62 l’Avvocato ha venduta, ma tornava spesso intorno al promontorio di Cap Ferrat lo Stealth, la mitica barca con le vele nere, in inverno stazionava al porto di Beaulieu e a maggio, durante il GP di Monaco - lo racconta il suo equipaggio nel libro “In mare con l’Avvocato” - dopo le prove del sabato uscivano nella baia di Villefranche per assistere alla gara. In televisione, meglio. Piena di sorprese la storia della Leopolda. Hitchcock ci ambienta alcune scene di “Caccia al Ladro”. Il panorama sulla rada (non baia) è spettacolare, giusto due curve alle spalle della Leopolda, in “007 Mai dire mai”, dal cortile della bellissima villa modernista La Castellet, Sean Connery teneva d’occhio con il cannocchiale lo yacht di Largo, l’agente della Spectre (leggendario Adolfo Celi con occhio bendato).

Dopo gli anni dell’Avvocato, Villa La Leopolda è appartenuta a un filantropo canadese, poi a un petroliere texano. Tornando agli avventori del PMU di Beaulieu, chi già era qui negli anni Ottanta ricorda il petroliere perché scendeva in paese a bordo di enormi Cadillac dai colori fluo, lo Stetson in testa, e a volte si fermava e scendeva dall’auto “era simpatico, non disturbava”, insomma non ha lasciato traccia. Al contrario di Edmond Safra, il banchiere libanese che acquisisce la Leopolda nel 1987 insieme alla moglie Lily e ci si trasferisce, protetto dalla schiera di addestratissime guardie del corpo, tra cui Ted Maher, ex berretto verde diventato, per seicento dollari al giorno, suo infermiere personale. La notte del 3 dicembre 1999, Edmond J. Safra ha appena concluso l’affare della vita: ha venduto la sua banca ad HSBC. Alla Leopolda, chissà perché, non si sente al sicuro, così decide di alloggiare nel suo attico di Montecarlo, ultimo piano della palazzina Belle Epoque affacciata sul porto, sotto la protezione di Ted Maher e del sistema di sorveglianza.

Quella notte, spento. Non ci sono nemmeno gli altri venti membri dello staff, tra sicurezza, infermieri ed assistenti, sono tutti rimasti alla Leopolda. Secondo la confessione, quella notte Ted Maher, per dar prova al capo del coraggio e delle sue capacità, prima appicca un incendio nel condominio, poi si precipita a spegnerlo. Solo che il fuoco gli scappa di mano e Safra, terrorizzato dal fumo e dalle fiamme, si rifugia con una domestica nella camera blindata dell’attico. Quando i vigili del fuoco tentano di aprire la porta, lui teme siano sicari. Lo ritrovano nel bunker, soffocato dal fumo, i giornali hanno il titolo pronto: Edmond Safra è morto per la paura di morire. Lily Safra, vedova, al suo quarto matrimonio e nel 2020 secondo Forbes miliardaria numero 1614, eredita La Leopolda e cerca di venderla in tutti i modi. Per almeno una decina d’anni è stata la proprietà sul mercato più costosa al mondo, trecento milioni di dollari.

Negli anni pre-invasione ucraina, quando Roman Abramovich era il re del gossip immobiliare e sembrava mettere le mani su qualsiasi proprietà che detenesse un record, i giornali locali lo hanno spesso citato come il nuovo inquilino della Leopolda. Tutto falso, sono versioni che sopravvivono solo sui blog acchiappa click, perfino al bar dei cavalli di Beaulieu smentiscono. La realtà è che, nel 2008, Lily Safra ha quasi venduto la villa all’oligarca russo Mikhail Prokhorov, che prima versa una caparra di trentanove milioni di euro, poi si ritira e fa causa alla vedova Safra per la restituzione della somma. Ma lei non ci sta, lo trascina in tribunale a Nizza, ottiene la somma e devolve l’intero importo in beneficenza. Lily Safra muore nel 2022, a ottantasette anni. Nessuno sa chi sia, oggi, il nuovo inquilino di Villa La Leopolda. Ma per costruire certe leggende ci vuole tempo, anni e ricordi, per chi ha fretta c’è solo la noia della verità.

Di più su questi argomenti: