La villa sul lago di Como dei Ferragnez - foto Lionard

Terrazzo

La villa dei Ferragnez resta invenduta

Michele Masneri

Villa Matilda, con piscina a sfioro e vista mozzafiato, è in vendita da maggio ma ancora sul mercato. Prezzo riservato, nessuno si fa avanti, neppure per il motoscafo incluso. Proprietà di Fedez, la villa sembra destinata a rimanere un sogno per chi può solo guardare, tra divorzi VIP e residenze che simboleggiano status e crisi delle celebrità

La notizia non è che il casone dei Ferragnez sul lago di Como è stato messo in vendita. La notizia è che il casone  non si vende. E’ infatti lì, fisso,  tra gli  annunci della Lionard, agenzia specializzata in magioni di lusso, per guardoni immobiliari: case  che nessuno si può permettere, come la villa “con piscina infinity”, che si chiama Villa Matilda. Le prime voci di vendita  sono uscite a maggio, ma ancor oggi la proprietà è sul mercato. A quanto? Che volgarità. C’è chi parla di cinque milioni, ma come spesso  in questi casi non c’è una cifra precisa, siamo nell’ambito della famosa “trattativa riservata” (se chiedi il prezzo, non te la puoi permettere). E se avranno fatto lavori col superbonus, rientreranno nelle nuove tasse e nei nuovi accatastamenti? Misteri. 

 

L’agenzia specializzata in castelli e magioni sibaritiche sottolinea, all’annuncio numero  12950, che   Villa Matilda è un caso a parte anche nel mondo degli annunci per sognatori. “Situata sulla riva orientale del Lago di Como, recentemente ristrutturata con una cura straordinaria,  si distingue per i suoi 400 metri quadrati di spazi interni luminosi e raffinati, distribuiti su due livelli, circondati da un giardino di 1.000 metri quadrati. Tra le sue caratteristiche più affascinanti, una piscina a sfioro che sembra tuffarsi direttamente nelle acque del lago, regalando una vista mozzafiato che si perde all’orizzonte”.


E ancora:”La villa dispone di molo privato e di una barca su misura”, questo effettivamente è un gadget fuori dal comune, la barca coordinata con la casa. La casa di un cattivo della Spectre con l'abbonamento ad Ad. In questo caso si tratta di un motoscafo simil-Riva di 8 metri, denominato “Raviolo” (vabbè). E poi tutti i dettagli che ci si immagina: pareti rifinite in “cocciopesto”, qualunque cosa significhi, arredi su misura e tonalità delicate che vanno “dal beige al crema”. Si intravedono anche cuscini con la “V” di Vittoria, cioè la figlia, come in una villa di bambini di star hollywoodiane del tipo che poi fanno film sulla tragica infanzia coi genitori star.  L’annuncio numero 12950 sottolinea che Villa Matilda si trovi proprio di fronte alla residenza italiana di George Clooney, aggiungendo un ulteriore tocco di esclusività alla proprietà (e quando Clooney venderà preciserà che casa sua sta proprio di fronte a Villa Matilda? Mah). 

 

Chi la comprerà? Qualcuno la comprerà? Forse qualche forestiero di quelli che arrivano con la Brexit attratti dalla flat tax, e non vogliono stare nella Milano dei maranza. La divisione delle coppie e lo sfrantumamento delle famiglie anche non celebri è comunque da sempre un grande boost immobiliare, come sanno gli architetti che specie nelle grandi città suddividono grandi tri e quadrilocali per famiglie tradizionali ormai estinte in bilocali per i single che ormai sono maggioranza. Secondo  l’Istat rappresentano infatti il 33,2 per cento degli italiani, con Milano che in particolare vede il 57 per cento dei residenti singoli e, secondo Tecnocasa, 1 acquirente su 2 è un signore o una signora senza famiglia (Dio non voglia, con cani e gatti, come non smette di vituperare il Santo Padre, o le childless lady vituperate dal candidato vicepresidente trumpiano J.D. Vance, cioè le gattare). 

 

Villa Matilda, che si chiama col nome del cagnetto adorato della coppia, poi deceduto un anno fa, sarebbe ora di Fedez, che è stato avvistato in casa quest’estate, beneficiando forse del rallentamento nella vendita (con un altro cane, di nome invece Silvio). Certo, se non si vende, chissà che spese. E forse qualcuno avrà fatto degli studi sul rapporto tra consumo di suolo e coppie di celebrità.  Quando queste si separano  lasciano infatti sul mercato enormi casamenti che con la loro grandezza dovevano simboleggiare lo status e la felicità raggiunti, ma che sono i primi a saltare quando esplode la crisi  (forse nessuno li voleva davvero abitare, tranne i paparazzi). Peggio di centri commerciali falliti, di seconde case irregolari al sud, è tutto un moltiplicarsi di spazi abbandonati, almeno per un po'. Poi il mercato sentimentale si riprende, guidato da una mano invisibile e agenti immobiliari accorti. 

 

Nel caso di Brad Pitt e Angelina Jolie, dopo il celebre divorzio, la coppia ha messo in vendita diverse proprietà, tra cui la residenza storica a New Orleans, acquistata nel 2007 per 3,8 milioni e rivenduta nel 2016 per 2,8. Una delle conseguenze della separazione dei “Bennifer” cioè Ben Affleck e Jennifer Lopez è invece la liquidazione della casa da 3.800 metri quadri e 24 bagni a Los Angeles: prezzo richiesto 68 milioni di dollari, e però è ancora sul mercato. Johnny Depp invece è quasi un Ricucci hollywoodiano: ha un patrimonio da oltre 100 milioni in immobili, compresa un’isola alle Bahamas. Allo sgangherato processo per diffamazione contro la ex Amber Heard e la di lei condanna a pagare danni per 15 milioni è seguito un riassetto immobiliare: lui ha venduto cinque appartamenti nello stesso palazzo a Los Angeles tra cui quello in cui viveva con lei, per un totale di 12 milioni di dollari. Lei invece ha dovuto vendere la sua casa californiana della Yucca Valley e si è trasferita a Madrid dove forse c'è una flat tax per divorziate. Nonostante tutto si è comprata una magione del valore comunque di 2 milioni. Avrà trovato un nuovo amore, e forse anche un prezzo al metroquadro favorevole. 


 

  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).