Terrazzo
I fuochi d'artificio croce e delizia del Capodanno: ora arrivano quelli silenziosi
Nel Seicento erano considerati simboli di potere e grandezza, oggi causa di polemiche. A Edimburgo un panda è morto allo zoo per colpa dei botti. E Roma vive un paradosso, da una parte li vieta dall’altra li incoraggia: proibiti a San Silvestro, hanno il loro festival apposito
E anche questo capodanno se lo semo levato… Tocca attendere domani mentre si aspetta il consueto bilancio di lenticchie ingurgitate, cenoni evitati, feste improbabili saltate, traffici ingorgati. Tutto questo in realtà è evitabile, come si scopre soprattutto a una certa età, quando la domanda “che fai a capodanno” strappa soprattutto un sorriso. Che domande: niente. Cioè, non proprio niente niente. Magari, scegliere la soluzione più facile, rigorosamente walking distance, a piedi, per evitare di rimanere bloccati attendendo inesistenti taxi o tra macchine di facce abbrutite con l’incubo fantozziano che qualcuno ti getti pure una lavatrice addosso.
A differenza di altre feste però a Capodanno rimanere in casa è impossibile perché a ogni minuto dopo la mezzanotte comincerà l’inevitabile concerto di botti che vi ricorderà che siete soli, a casa, anche coi più potenti tappi per le orecchie. Dunque, impossibile leggere o guardare serie, anche demenziali.
Il Capodanno, più che il Natale e altre feste, è dunque inevitabile. E i fuochi pure. In teoria questi sarebbero tra l’altro vietati in molte città. Da Aosta a Reggio Calabria, passando per Roma, la maggioranza delle città italiane hanno come ogni anno emesso apposite ordinanze (nella Capitale multe fino a 500 euro) che come ogni anno nessuno rispetterà. Nel frattempo è cominciato l’altro rito davvero inevitabile del Capodanno, i sequestri di botti: 120 chili a Civitavecchia, 7 tonnellate a Napoli ecc. ecc. Roma da sempre del resto, insieme ovviamente a Napoli, è una capitale dei botti. Nel Seicento la regina Cristina di Svezia che qui abitava dopo l’abdicazione divenne una delle protagoniste della scena culturale e sociale barocca. Commissionava spettacoli pirotecnici nei giardini delle ville nobiliari e durante le celebrazioni religiose e politiche. I fuochi erano considerati simboli di potere e grandezza, perfetti per una sovrana che voleva mantenere il proprio status regale nonostante avesse rinunciato al trono. Uno degli eventi più famosi fu il suo ingresso ufficiale a Roma nel 1655, che fu celebrato con fuochi d’artificio spettacolari a Castel Sant’Angelo, allora la piattaforma perfetta per simili esibizioni. Si dice che la sovrana fosse così affascinata dalla pirotecnica da frequentare persino gli artigiani che li costruivano, interessandosi alle tecniche di produzione.
Chissà cosa avrebbe detto delle ordinanze anti fuochi. In realtà la capitale vive un paradosso: da una parte li vieta dall’altra li incoraggia: se sono proibiti a Capodanno, hanno il loro festival apposito (non esiste materia cui non sia dedicato un festival, in Italia): “Stelle di fuoco”, ogni prima settimana di luglio vede a Cinecittà World un campionato, con 12 spettacoli pirotecnici, in 6 giorni di gara. Quest’anno la pregiata kermesse è stata vinta dalla ditta Pirotecnica F.lli Colonnelli di Moricone (RM). Sul sito, la premiata ditta annuncia l’apertura straordinaria per oggi (e te credo) e offre anche una “special edition” con una “batteria” da 100 pezzi. Ma anche razzi e razzetti, fontane e petardi, per tutte le tasche.
L’articolo più curioso è un fuoco silenzioso, “Red devil”, viene 49 euro. Ma pare che i botti che non fanno il botto siano oggi il non plus ultra. Anche per non disturbare gli amati canetti che, si sa, soffrono. Ha dichiarato alla Gazzetta di Lucca un esperto del settore, Diego Bertoli Barsotti: "La novità di questi ultimi tempi è che noi, come azienda, anche per andare incontro a queste sensibilità, e per il rispetto degli animali e delle persone fragili, ci siamo specializzati in fuochi di tipo silenzioso, cioè con effetti luminosi e pirotecnici fantastici, ma senza botti e di una bellezza straordinaria. Addirittura abbiamo organizzato, anche localmente, a Castelnuovo Garfagnana, con grande successo, interi spettacoli pirotecnici silenziosi”.
Non si sa se sia fenomeno effimero, tipo i silent party che paiono un po’ una bizzarria figlia di uno spirito (di patata) del tempo, tipo i bar-igloo dove andare a bere imbacuccati tra i lastroni di ghiaccio o le stanze d’hotel subacquee con l’orca che ti fa ciao ciao. Però il trend sta prendendo piede: alcune città hanno adottato i fuochi silenziosi: per la prima volta Atene stasera utilizzerà questa tecnica insieme a uno spettacolo di droni e a un concerto dell’Orchestra filarmonica nazionale. Anche a Pinerolo stasera lanceranno fuochi silenziosi. Alcuni stanno facendo però già marcia indietro. In Inghilterra la squadra di rugby del Colchester dopo aver fatto dei festeggiamenti silenziosi l’anno scorso quest’anno ha annunciato che rivuole i veri e propri botti, e pazienza per le bestie. A Edimburgo un panda è morto allo zoo per i fuochi e non si capisce se li faranno, li faranno silenziosi o non li faranno del tutto. Naturalmente online ci sono molte polemiche: i fuochi silenziosi non sono veramente silenziosi, si legge in gruppi e forum appositi: il silenzio è un’altra cosa, ecc. ecc. (ma i commenti online sono un’altra disgrazia inevitabile che ci toccherà portarci dietro anche nel 2025, vabbè,auguri).