'Memory Chamber' di  Ahmet Gunestekin (Ansa)

Terrazzo

I curdi a Venezia

L’artistar dissidente Güneştekin ha acquistato il seicentesco palazzo Gradenigo per creare uno spazio espositivo. Da Istanbul in laguna, incarna il ruolo di portavoce stilistico di popoli oppressi dalle politiche dittatoriali

Ormai le artistar, sulla scia di Anish Kapoor e Nicolas Berggruen, si accaparrano palazzi veneziani per le proprie fondazioni. Così anche l’artista curdo-turco Ahmet Güneştekin che ha acquistato il seicentesco palazzo Gradenigo per creare uno spazio espositivo, in parte dedicato alle opere di giovani artisti sostenuti dalla sua fondazione. Il 16 gennaio, Güneştekin, che ha fatto degli argomenti di denuncia il focus della sua arte poliedrica, ha inaugurato a Istanbul “The Lost Alphabet”, una sterminata personale.

Ottomila metri quadrati di installazioni, dipinti, sculture, lavori perlopiù monumentali, spesso come pugni nello stomaco per il contenuto politico che incarnano. Popolazioni spostate come birilli, oppositori scomparsi, povere valigie che rappresentano i pochi averi trasportati nelle migrazioni forzate, libri proibiti, resti delle case e dei loro contenuti anneriti dai bombardamenti, miagolii di gatti abbandonati nella fuga, e poi però anche opere molto colorate, più sognanti, come le composizioni di porte turche.

Güneştekin incarna il ruolo di portavoce artistico dei popoli schiacciati dalle politiche dittatoriali, dagli spostamenti di confini decisi da guerre e trattati internazionali: arte ad alto impatto emotivo. L’inaugurazione, per Istanbul, è stato l’evento più importante dell’anno. Va detto che l’artista curdo ha il sostegno di Ekrem Imamoglu, politico di lungo corso e sindaco della metropoli di 16 milioni di abitanti, appartenente a famiglia di multimilionari imprenditori immobiliari e, soprattutto, riformatore a capo del partito di opposizione. Per celebrare Güneştekin, solo nel primo giorno sono arrivate 4.500 persone. Il parcheggio era un coacervo di auto blu, i fotografi ritraevano le celebrities accorse a onorare l’artista più famoso della Turchia. 


Sono di Güneştekin anche molte sculture monumentali acquistate dalle municipalità turche, per esempio il grande disco rosso installato a Istanbul, davanti al porto di Galata, sul Bosforo. “Sono l’artista più caro vivente in Turchia. Un terzo della cifra del costo del palazzo l’ho pagato con la scultura del porto di Galata”. E anche: “Per 30 anni sono andato in giro affamato, e ora guadagno e spendo”, ha dichiarato Güneştekin durante la conferenza stampa. Come tutti gli artisti di enorme successo, esprime delle lamentazioni di mancato riconoscimento dell’accademia. Il suo grande successo popolare, un Roberto Saviano o una Michela Murgia dell’arte, non ha sinora ricevuto un adeguato tributo della critica, perlomeno a suo parere. 


Paola Marino e Angelo Bucarelli sono gli international art director della personale di Güneştekin, dispiegata nel bel restauro di una ex fabbrica ottomana di fez e uniformi, ora dedicata a esposizioni di arte contemporanea. Nel bookshop dello spazio espositivo, abbiamo trovato solo due libri in inglese, e non d’argomento artistico. L’odiografia di Donald Trump scritta dalla nipote Mary, e un saggio su come Elon Musk ha distrutto Twitter.

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