Dopo il liberismo, Trump
Il neoliberismo, quella visione del mondo, pienamente incarnata da Hillary Clinton e dalla sua macchina, non può competere con l’estremismo in stile Trump.
Se la prenderanno con James Comey e l’Fbi. Se la prenderanno con la “voter suppression” e il razzismo. Con “o Bernie o niente” e la misoginia. Con i candidati indipendenti e dei terzi partiti. Se la prenderanno con i corporate media per avergli dato una piattaforma, con i social media per essere un megafono, e con WikiLeaks per aver sventolato i panni sporchi.
Ma questo lascia fuori la forza maggiormente responsabile della creazione dell’incubo in cui ci troviamo ben svegli: il neoliberismo. Quella visione del mondo – pienamente incarnata da Hillary Clinton e dalla sua macchina – non può competere con l’estremismo in stile Trump.
Un sacco di persone sono nella sofferenza. Con le politiche neoliberiste di deregolamentazione, privatizzazione, austerità e commercio delle imprese, le loro condizioni di vita sono declinate precipitosamente. Hanno perso il lavoro. Hanno perso la pensione. Hanno perso gran parte della rete di sicurezza che servivano per rendere queste perdite meno spaventose. Essi vedono un futuro per i loro figli anche peggiore del loro presente precario.
Naomi Klein, “It was the Democrats’ embrace of neoliberalism that won it for Trump”, the Guardian, 9 novembre 2016
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