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uffa!

A chi non vuol ciarlare di fascismo e antifascismo: su Amazon è pieno di libri

Giampiero Mughini

Che ne resta del principio che uno vale uno, se quell’uno legge, ne sa, è in grado di giudicare, non le beve dal primo imbecille che trova? Breve tour nell’eterogeneo mondo dei lettori che trovano ciò che cercano con un clic

Tutti i giornali italiani hanno dato rilievo a una notizia che per una volta è una buona notizia, ossia che in un anno quanto di più travagliato come l’anno scorso i libri di carta hanno venduto sensibilmente più che l’anno precedente. E seppure questa notizia fosse controbilanciata da una statistica apparentemente di segno opposto, ossia che sono ancor meno di prima gli italiani che leggono abitualmente. Detto in altre parole: gli italiani che comprano e leggono libri lo hanno fatto l’anno scorso in misura maggiore che l’anno precedente, laddove sono aumentati i già tanti italiani che di libri non ne leggono affatto. Una divaricazione tra lettori e non lettori che si allarga, e che è forse la più cruenta di una moderna democrazia. Che ne resta del principio che uno vale uno, se quell’uno legge, ne sa, è in grado di giudicare quel che accade, non le beve dal primo imbecille che si trova nei paraggi, laddove chi gli sta innanzi non sa nulla di nulla e bene che vada ripete a pappagallo sentenze pronunciate da altri magari sul “fascismo” e “l’antifascismo”.

 

Una cosa è certa, che quell’oggetto precipuo nella storia della civiltà umana che è il libro di carta resiste eccome alle trasformazioni negli usi e consumi delle nostre società. L’ebook, per dire di un oggetto ai miei occhi sconcertante, non ne ha scalfito la supremazia. La gran parte degli esseri umani continua a far suoi i princìpi costituzionali del buon lettore di una volta, che è inappagante tenere in mano qualcosa che non abbia una copertina con tanto di immagine portante e di titolo in rilievo, che leggere qualcosa che sta in basso alla pagina di sinistra di un libro di carta è ben diverso dal leggere qualcosa che sta in alto alla pagina di destra dello stesso libro, che è fondamentale munirsi di un segnalibro che consenta di andare agevolmente venti o trenta pagine indietro a verificare quel che diceva un determinato personaggio del racconto che ti sta particolarmente a cuore. Eccetera eccetera.

  

Naturalmente il mondo di chi legge non è un mondo compatto. Ci sono quelli che leggono libri, quelli che leggono librini, quelli che leggono libercoli. C’è chi nei libri cerca l’esaltazione delle Grandi Cause, e chi invece vuole trovarvi le mille sfumature che rendono complesso e talvolta inspiegabile il destino umano. C’è chi ama Philip Roth e chi ama Michela Murgia, chi ama i romanzetti che volgono al mélo e chi ama i saggi con una loro solida nervatura. Questi ultimi lettori ahimè molto meno numerosi, e lo dice uno che ne ha esperienza diretta. Una cosa si può dire senz’altro. Il fatto che il grosso del flusso delle vendite si stia spostando dalle librerie fisiche all’online sta giovando alla qualità e alla quantità dei libri venduti. Non siamo più a trenta o quarant’anni fa, quando Vanni Scheiwiller entrava in una libreria italiana e doveva frugare a lungo prima di scoprire dov’erano riposti i suoi meravigliosi librini cui restava in sorte la semiclandestinità, oppure quel che capitò a me ancora sette o otto anni fa quando nella libreria romana da me prediletta cercavo il romanzo di uno scrittore sloveno semisconosciuto in Italia,  “Questa notte l’ho vista” di Drago Jancar che nel 2014 era stato premiato in Francia come il miglior libro straniero dell’anno, e dopo due o tre viaggi che non mi trovavano l’edizione italiana fatta a Trieste ne acquistai l’edizione francese. Un racconto incantevole. Oggi con Amazon tutto è a portata di mano, il bel libro del mio amico Fabrizio Roncone (“Razza poltrona”, Solferino, 2021) che ha goduto e gode di una grande visibilità massmediatica ma anche i libri degli editori piccoli o piccolissimi, e ai lettori del Foglio raccomando di non farsi sfuggire il libro partorito or ora dalle Edizioni Settecolori, ossia “Il Questionario” dello scrittore tedesco Ernst von Salomon, quel suo capolavoro del 1951 di cui non esisteva una versione italiana (io l’avevo letto in francese) e che dovrebbero imparare a memoria quelli che concionano a vanvera di “fascismo” e “antifascismo”.

  

Né è vero che Amazon nuoccia così tanto a quei templi della nostra giovinezza che sono stati le librerie fisiche. Amazon è una vetrina che in buona parte offre i libri disseminati nelle librerie di tutta Italia e che non troverebbero facilmente acquirenti come avviene invece a mezzo di Amazon.it. Io clicco su Amazon per trovare libri che cerco disperatamente, li trovo, pago, e il libro mi arriva con i ringraziamenti del libraio che lo ha venduto. Quando ho trovato su Amazon il libro “50 immagini di architettura” consacrato all’architetto Luigi Moretti, ho subito pagato l’occhio della testa che costava: mi è arrivato due giorni dopo con i ringraziamenti della libreria torinese dove quel libro se ne stava rincantucciato chissà da quando.

 

È molto frequente trovare su Amazon libri che un tempo li trovavi solo sui cataloghi antiquari. Dopo avere letto (e averne scritto su queste pagine) il libro di Antonio Di Grado dedicato agli scrittori italiani che nel Novecento si collocavano a destra, mi sono messo a cercare i tre volumi dell’autobiografia che uno dei più famosi giornalisti fascisti, il catanese Concetto Pettinato (ai tempi di Salò aveva diretto la Stampa), era andato via pubblicando nei Cinquanta e nei Sessanta, anche quelli volumi indispensabili a chi voglia parlare di “fascismo” e “antifascismo” con cognizione di causa. Più o meno duemila pagine, che ho finito di leggere qualche giorno fa. Mi hanno colpito non poco quelle che raccontavano le sue giornate di quando girovagava per Milano a guerra appena finita, e si chiedeva se sì o no avrebbe incocciato un partigiano che ci avrebbe messo niente a premere il grilletto del suo mitra. Se lui aveva fatto qualcosa di lercio durante il Ventennio? Assolutamente nulla, era uno che fino all’ultimo aveva creduto in Benito Mussolini.

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