Uffa!
I fatidici anni della Francia occupata, anche nei cuori e negli sguardi
Donne francesi che osservano incantate i soldati tedeschi, in una pagina storica di “erotismo” nata dall'assenza di mariti e fidanzati caduti in guerra o tenuti prigionieri. Gli scatti più intimi e inediti del periodo in cui i nazisti furono padroni di Parigi, raccolti in un libro di Patrick Buisson
E’ un libro francese che avevo comprato molti anni fa, ricordo che avevo cominciato a spulciarlo e che dopo poche pagine mi era come caduto dalle mani. L’ho recuperato qualche giorno fa. Patrick Buisson, 1940-1945 Années érotiques L’occupation intime, Paris, 2011. Già il titolo mi aveva attirato, che fossero stati “erotici” gli anni strazianti dal giugno 1940 al giugno 1944) in cui i nazi furono padroni della Francia e particolarmente di Parigi. E difatti è un libro zeppo di foto e di stralci letterari relativi al tempo in cui soldati e ufficiali tedeschi scorrazzavano da padroni per le strade e le piazze della città più bella al mondo, e tutt’attorno i civili francesi e innanzitutto le donne francesi li guardavano intimoriti certo ma ammiranti anche.
Sconcertante, tanto per darvene un’idea, una foto a pagine 63, tre soldati tedeschi – tre pezzi d’uomini – che stanno scendendo dalla loro auto e di fronte a loro un gruppetto di donne francesi in piedi che li guardano come incantate. Incantate dalla loro giovinezza, dalla forza che emana dalla loro compattezza militare, da quanto è stata bruciante la loro vittoria sul campo. Fa colpo questa foto che se ne sta accanto alle tante foto di alcuni dei due milioni di soldati francesi presi prigionieri, annichiliti, il volto disfatto, l’aria che non sapessero più a che cosa appoggiarsi e in che cosa credere. Una nazione europea aveva strappato l’anima a un’altra nazione europea, quella che l’aveva battuta e sconfitta nella Prima guerra mondiale.
Non ci volle molto perché i vincitori trovassero, nella popolazione dei vinti, chi ne esaltava la “correttezza”. Su un giornale francese esce un articolo scritto così: “La sorpresa dei parigini, dei Francesi in generale, al momento del loro primo incontro con i Tedeschi, veniva per l’appunto dal fatto che il nazionalsocialismo, lungi dall’indurire […] l’anima del soldato, l’aveva umanizzata e colmata di questo calore intenso e vivificante”.
Quanto all’“erotismo” strettamente inteso, è facile da capire. Tra soldati morti in guerra e soldati presi prigionieri a caterve, la popolazione maschile francese s’era ridotta di molto. Le donne francesi avevano smarrito i loro mariti, i loro fidanzati, i loro corteggiatori, gli incontri galanti cui erano avvezze. Era mutato il volto delle città, dove sfilavano impettiti i soldati tedeschi in divisa e dov’erano tante le fanciulle che non si trovavano più attorno gli uomini che un tempo erano soliti circuirle e desiderarle, donne che adesso avevano l’aria di “aspettare” qualcuno. Le case e le relative famiglie erano divenute come zoppe, perché svuotate dei maschi che le abitavano. E laddove di maschi “altri” ce n’erano tanti. Non ultimi, tra settembre 1939 e giugno 1940 (il tempo che durò l’alleanza franco-inglese) i soldati inglesi che erano arrivati in Francia a dar man forte e che pare avessero un gran successo presso il popolo femminile. Sgargiante è una vignetta di un giornale dell’epoca ripubblicata nel libro di Boisson. Seduto c’è un signore dai capelli bianchi che sta fumando un sigaro. Davanti a lui in piedi una ragazza che ha l’aria di essere venuta a chiedergli qualcosa. “Lei conosce l’inglese?” le chiede il vecchio signore, e naturalmente si riferisce alla lingua inglese. La ragazza civettuola risponde: “Quale?”. E intende quale dei tanti inglesi in carne e ossa che lei frequenta.
No, in Francia le cose non andarono tutte come nel bellissimo romanzo di Vercors Le Silence de la mer (1942) dove padre e figlia sono costretti a ospitare in casa loro un ufficiale tedesco. Al quale non rivolgeranno mai la parola, e seppure lui fosse una brava persona e niente affatto un nazista fanatico. Lo spunto era venuto a Vercors dal fatto che lui a sua volta era stato costretto a ospitare un ufficiale tedesco il quale aveva trattato con gran riguardo la casa francese di cui era ospite e che nell’incontrare per strada Vercors gli aveva sorriso, al che lo scrittore francese non aveva replicato.
Né può essere irrilevante il fatto che a partire dall’avvenuta occupazione tedesca, ed è la prima volta nella storia francese, una legge autorizzi formalmente l’esistenza dei bordelli che immagino frequentatissimi dai soldati tedeschi e che non credo mancassero di donne da offrire e che si offrivano perché altro di che campare non avevano.