Il derby senza curve? Si può ancora evitare
Che se ne fanno, la Roma e la Lazio, di un derby (8 novembre) con le curve vuote? So che la società di Trigoria sta cercando affannosamente di ritrovare un dialogo con i suoi ultras, e la Sud reagisce così: “Dimostrate che non volete cancellare per sempre la parola passione da quello che è da sempre il fulcro del tifo della Roma: la Curva Sud… Non possiamo stare immobili davanti a una società che non tutela i propri tifosi. Siamo quello che siamo, pieni di difetti, ma di sicuro non collusi… Ora sta a voi, società e chiunque sia complice o artefice di questo scempio, dimostrare a tutti la vostra buona fede. Insulti, diffide, multe, biglietti, vetri divisori, rimborsi mancati e bugie varie… ora basta”.
A modo loro, i ragazzi della curva stanno ammettendo la propria sconfitta, ma la loro è anche una intelligente richiesta di clemenza e la clemenza è la virtù dei forti. Il prefetto Gabrielli ha annichilito lo spazio vitale degli ultras, lo ha fatto senza che la società facesse valere per tempo le sue prerogative, senza resistenze. Oggi, se fossi Pallotta o chi per lui, metterei in piedi una piccola squadra diplomatica, non lascerei alcunché d’intentato, mi assumerei la responsabilità d’incontrare una delegazione di tifosi, magari chiederei al Foglio di essere intervistato per lanciare un’operazione di disarmo bilaterale. Si può ancora fare.
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