Nemmeno tra i malandrini la Roma conta più qualcosa

Alessandro Giuli
Magari ha ragione il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, quando dice che questa nuova inchiesta sul calcio marcio “è tutta fuffa”. Tra gli indagati procuratori e dirigenti di A e B. Nessun uomo dei giallorossi sembra essere coinvolto.

Magari ha ragione il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, quando dice che questa nuova inchiesta sul calcio marcio “è tutta fuffa”. Magari è vero e presto finirà in coriandoli per carnevale, questa storiaccia di false fatture, detrazioni e deduzioni farlocche, fringe benefit e contratti paraculi, tesoretti da inventariare, frodi pulciare per evasioni fiscali da Furbetti del cartellino.

 

Poi uno va a vedere la lista coi nomi degli indagati, così, distrattamente, e ci trova dentro un po’ di Juve, di Milan, di Lazio; il Napoli senz’altro, con un po’ di pazienza pure qualcosa d’interista. Insomma il calcio che conta. Degrado, certo. La parola ai giudizi… se non direttamente al boia. Epperò, se vogliamo dirla tutta, fra le tante prove a disposizione degli inquirenti c’è anche quella che l’AS Roma nemmeno fra i malandrini conta più una mazza. Fino a prova contraria.

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