La sinistra occidentale deve farsi un esame di coscienza sul Venezuela
Perché gli antimperialisti preferiscono un regime sostenuto da Mosca, che ha ridotto il paese alla fame, a una rivolta popolare
Il Venezuela sta affrontando una crisi economica inflitta dal governo, le cui proporzioni sono il doppio della Grande depressione, e che ha provocato la più grande fuga di rifugiati nella storia recente dell’America latina”, scrive James Bloodworth su Foreign Policy. “Nel frattempo, il regime che ha presidiato questa catastrofe si sta trasformando in una malvagia autocrazia o potenzialmente in una dittatura a tutti gli effetti. La destra americana sta già usando il fallimento del socialismo venezuelano per attaccare il movimento socialista internazionale. Tuttavia, i venezuelani muoiono di fame, e strumentalizzare questo fatto per colpire la sinistra rappresenta il massimo dell’egoismo. I postulati degli esperti sono insignificanti dinanzi alla sofferenza della gente. Queste critiche spesso vengono fatte in malafede. Tuttavia, la sinistra occidentale deve farsi un esame di coscienza sul Venezuela – se non altro per ciò che questa vicenda ci racconta sullo stato di salute di alcuni elementi della sinistra che, in Gran Bretagna e altrove sono vicini alla presa del potere. Se hai dimestichezza con la politica cubana, allora la cosiddetta Rivoluzione bolivariana iniziata dal presidente venezuelano Hugo Chávez suonerà qualche campanello d’allarme. La venerazione del leader carismatico, l’intolleranza verso ogni forma di opposizione, i grandi problemi economici e la ricerca del capro espiatorio per giustificare ogni fallimento – questi sono tutti segni familiari per chi ha studiato Cuba. Tuttavia, gran parte della sinistra socialista occidentale ha continuato a ignorare ciò che avveniva in Venezuela per sostenere la fantasia di un ‘socialismo del Ventunesimo secolo’. Questo atteggiamento ricorda molto quello degli apologi occidentali dell’Unione sovietica che Arthur Koestler paragonò a degli impiccioni che sbirciano ‘le perversioni della storia attraverso il buco della serratura’, senza doverle subire loro stessi. La volontà di appoggiare un dittatore brutale – sebbene in modo passivo – nasconde un malessere ancora più profondo della sinistra contemporanea. Dalla fine dell’Unione sovietica a oggi, in pochi a sinistra hanno capito come funziona – o come dovrebbe funzionare – un programma economico socialista. Il socialismo del Ventunesimo secolo in Venezuela avrebbe dovuto offrire speranza, ma è diventato l’ennesimo miraggio, costruito grazie a un esorbitante prezzo del petrolio che ha ridotto il paese alla fame. Tuttavia, questa non è stata la lacuna più pericolosa. Gran parte della sinistra occidentale, inclusi quelli che un tempo usavano delle parole gentili per Chávez e il suo successore, oggi trattano il Venezuela come una vergogna da nascondere sotto il tappeto. Ma ciò che spaventa davvero sono coloro che, sotto le vesti dell’antimperialismo, favoriscono abitualmente i dittatori – a patto che loro predichino l’antiamericanismo.
Per non correre rischi, dovremmo fare attenzione alle chiacchiere dell’Amministrazione Trump su un possibile cambio di regime in Venezuela. Donald Trump fa bene a chiedere un passo indietro di Maduro, ma un intervento militare da parte degli Stati Uniti sarebbe più un ostacolo che un aiuto al ritorno della democrazia. Ci sono molti esempi di interventi militari degli Stati Uniti a sostegno di alcuni dei peggiori regimi di destra dell’America latina. E’ più probabile che un’aggressione americana in Venezuela fornisca ai governanti di Caracas il pretesto di cui hanno bisogno per arginare il dissenso interno, piuttosto che aiutare un’opposizione che ha bisogno di legittimarsi in patria, non all’estero. Ma si può essere contrari all’interventismo degli Stati Uniti senza essere indulgenti con la dittatura di Caracas. Le dichiarazioni inequivocabili del senatore statunitense Bernie Sanders ridicolizzano l’idea secondo cui la sinistra ha il dovere di proteggere dei dittatori semplicemente perché si dichiarano socialisti. Sanders la scorsa settimana ha accusato il governo Maduro di avere ‘eseguito una violenta repressione della società civile venezuelana’, e allo stesso tempo ha sconsigliato una possibile aggressione degli Stati Uniti.
Malgrado Sanders, gran parte della sinistra antimperialista ha avuto la cattiva abitudine di stare dalla parte dei potenti, a patto che commettessero le loro atrocità a casa propria. Prendete Euromaidan in Ucraina, la lotta contro Assad in Siria, e le proteste di questi giorni in Venezuela. In ognuno di questi casi, una certa sinistra non ha offerto la propria solidarietà a coloro che rischiavano la vita per battersi contro dei regimi brutali. Anzi, è accaduto il contrario: alcuni esponenti di rilievo della sinistra hanno etichettato i ribelli come dei ‘fascisti’, dei ‘violenti’ e, nel caso del Venezuela, come degli ‘estremisti di destra’. Anche la scorsa settimana l’estrema sinistra ha descritto gli eventi in Venezuela come un colpo di stato. Questo è stato un profondo fraintendimento delle dinamiche in corso. La cosa più vicina a un golpe in Venezuela è avvenuta nel 2017, quando Maduro ha rimpiazzato l’Assemblea nazionale, eletta democraticamente, come un organo fantoccio. Sotto le vesti dell’antimperialismo, quelli dell’estrema sinistra sono diventati gli utili idioti dei veri imperialisti – a patto che questi non fossero filoamericani. Hanno usato lo spettro dell’intervento dell’occidente per ignorare o per sminuire gli interventi reali delle altre potenze imperiali. Questo è avvenuto in Siria con l’interferenza della Russia e dell’Iran, ed è anche avvenuto in Venezuela, dove la Russia ha fornito miliardi di dollari di armi e ha assoldato alcuni bodyguard personali di Maduro. Se l’imperialismo è ‘il più alto stadio del capitalismo’, come ha osservato Vladimir Lenin, allora la perversione per l’antimperialismo da parte della sinistra occidentale è l’incarnazione più sordida del socialismo contemporaneo. Un personaggio di centrosinistra come Guaidó viene catalogato come un membro ‘dell’opposizione di estrema destra’ solo perché è sostenuto dagli Stati Uniti. La sinistra antimperialista chiede all’America di non intromettersi negli affari interni del Venezuela. Giusto. I problemi però iniziano quando chiedi a dei cittadini venezuelani come Luisa Ortega Díaz, un ex magistrato di Chávez poi diventato dissidente, o all’Assemblea nazionale, di non intervenire nei propri affari”.