“Lolita” troverebbe un editore nel 2019?
Il romanzo di Nabokov non rispetta gli standard letterari di oggi
"Lo scrittore Will Self si è sfogato sullo stato della letteratura con grande superbia", scrive Rachel Johnson sullo Spectator. “‘Ciò che oggi è considerato un romanzo serio sarebbe stato un libro per adolescenti 10 o 20 anni fa’, ha detto Self. ‘Stiamo attraversando una regressione letteraria. Se consideri che ‘Lolita’ di Nabokov è stato in cima alla lista dei bestseller del New York Times per nove mesi… E’ un livello diverso di letteratura…’. Fermati! Will Self ha scelto ‘Lolita’. Ma nel 2019 ‘Lolita’ entrerebbe nella classifica dei 100 migliori romanzi mai pubblicati del Monde, Time, o di altri giornali?"
"Se fosse inserito nei programmi universitari (un grande ‘se’), sicuramente susciterebbe una reazione automatica di indignazione perché ‘la trama del romanzo è lo stupro sistematico di una ragazza giovane’. Il grande libro del secolo scorso verrebbe giudicato ‘inappropriato’ secondo i canoni del 2019? Il mondo dell’editoria è sotto attacco dal politicamente corretto. Ciò che più mi dà fastidio è che gli autori sono costretti sempre a dire la verità. Se sei uno scrittore, non puoi inventare nulla. Un autore di bestseller che conosco – famoso perché sa penetrare nelle pieghe labili del cuore femminile – è stato avvisato che non deve scrivere il suo prossimo romanzo, ambientato nella prima metà del Novecento, dalla prospettiva di una donna. ‘Ma la vera storia è ciò che sta avvenendo nel mondo dei libri per adolescenti, dove il clima sta diventando così estremo che non si può più scrivere dalla prospettiva di chiunque sia diverso da te stesso’, osserva l’agente letterario Natasha Fairweather. ‘Amelie Wen Zhao ha ritirato il suo libro con un post su Twitter che sembra un’apologia dell’èra Stalin’. Torniamo a ‘Lolita’. C’è una casa editrice che ha il coraggio di pubblicare un libro di un vecchio uomo bianco su un vecchio uomo bianco che molesta una minorenne, visto che la lista dei temi tabù comprende qualunque cosa abbia a che fare ‘col genere, sesso, razza, immigrazione, classe sociale, disabilità, obesità e islam?’. Per rispondere alla mia domanda ho digitato su Google la parola ‘Lolita’ ed è comparso un avviso: ‘Attenti: La pornografia infantile è illegale’. ‘No’, ha detto Dan Franklin della casa editrice Cape. ‘Non pubblicherei ‘Lolita’. Ciò che è diverso oggi è il #metoo e i social media – puoi organizzare una protesta per la minima sciocchezza. Non riuscirei mai a farlo accettare all’ufficio marketing – un comitato di trentenni che direbbero, ‘se pubblichi il libro noi ci dimettiamo’. Quando ho parlato con Franklin, avevo appena finito di leggere ‘Putney’ di Sofka Zinovieff, un romanzo pubblicato l’anno scorso da Bloomsbury su una ragazza 12enne molestata da un 40enne. ‘Ho bocciato Putney, e Sofka è uno dei miei autori’, ha detto Franklin che ha aggiunto che la vera tragedia è che gli scrittori si censurano da soli, e l’ironia è andata smarrita. I vecchi scrittori un po’ ingialliti cedono il testimone alle scrittrice giovani, donne, BAME (nero, asiatico e di una minoranza etnica, ndt) e LGBT (lesbica, gay, bisessuale, transessuale, ndt) del nuovo mondo editoriale. La domanda più opportuna è: uno scrittore di mezza età, bianco, di medio rango, che scrive 1.500 pagine ogni sette anni, troverebbe un lettore nel 2019?”.
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