La Francia si sta “spezzando”
Crisi del cattolicesimo, secessione elitaria, immigrazione. Il commento del Financial Times
“Da quando mi sono trasferito in Francia nel 2002, ho visto il paese completare una rivoluzione culturale”, scrive Simon Kuper. “Il cattolicesimo si è quasi estinto (solo il 6 per cento dei francesi ora frequenta abitualmente la messa), sebbene non così a fondo come il comunismo, la ‘chiesa’ rivale di vecchia data. La popolazione non bianca ha continuato a crescere. In molte regioni, la storia familiare si presenta così: nonno François era un contadino, nonna Marie allevava i figli, papà Jean-Claude aveva un lavoro in fabbrica mentre mamma Nathalie insegnava part-time. Ora il giovane Kevin (i nomi inglesi stanno sostituendo quelli francesi) è un addetto alla reception dell’hotel, separato dalla madre di suo figlio, Malika. Una nuova società individualizzata, globalizzata, irreligiosa richiede una nuova politica.
Le elezioni europee della scorsa settimana hanno confermato il nuovo divario francese: i vincitori economici si sono uniti dietro a Emmanuel Macron, mentre i perdenti sono meno uniti, ma lo sono soprattutto dietro alla leader dell’estrema destra Marine Le Pen. ‘L’archipel français’, un libro del sondaggista Ifop Jerôme Fourquet, spiega la frammentazione della società. Le periferie della classe operaia del nord-est e del sud-est deindustrializzati, in particolare, ora tornano a Le Pen. Nel frattempo, anche l’élite si sta ritirando tranquillamente dal resto della Francia. Questa separazione non è guidata da redditi altissimi: la disuguaglianza francese non si è mossa molto. Piuttosto, gli istruiti si sono recintati nei graziosi centri urbani, da Parigi a Tolosa e Lione squisitamente vivibili, fino a luoghi più piccoli come Compiègne e Limoges. I vincitori francesi ora esistono in una sorta di ‘autarchia’, raramente mescolati con altre classi, scrive Fourquet. Sono ottimisti in una nazione pessimista. Sentono che stanno salendo nell’ascensore sociale, come lo chiamano i francesi, mentre la maggior parte della gente della classe operaia dice nei sondaggi che vive peggio dei genitori. Un numero crescente di vincitori lascia la Francia del tutto: Macron ha raccolto più soldi in Gran Bretagna che nelle dieci maggiori città di provincia della Francia messe insieme”.
Il Foglio internazionale