La (finta) apocalisse del climate change
Gli ultra pessimisti sono i veri nemici della scienza. Il commento del Washington Post
“Sono un grande fan della scienza”, scrive David Von Drehle sul Washington Post: “Sono grato al metodo scientifico, di cui ammiro la genialità. Sostengo il lavoro degli scienziati del passato e del presente, e credo le nuove scoperte non siano una minaccia, anzi il contrario”. Von Drehle spiega che gli scienziati sanno molto meno di quanto noi vogliamo credere. In molte aree gli umani conoscono un decimo, un centesimo o un millesimo di tutto quello che bisogna sapere: molte informazioni ancora non sono state scoperte, e questo è il motivo per cui ogni generazione deride l’ignoranza della generazione precedente.
“Noi giornalisti abbiamo la colpa di fare apparire la scienza come qualcosa di onnipotente – scrive Von Drehle – Quindi descriviamo ogni scoperta scientifica come un grande passo in avanti. Vengono sempre svelati nuovi ‘misteri’, secondo i giornalisti scientifici: il mistero del Big Bang, dell’intelligenza artificiale, del cancro e così via. Ma ogni porta che viene aperta nasconde altre porte con altri lucchetti contenenti altrettanti misteri… Grazie alla scienza abbiamo applicato una conoscenza parziale all’infinito. Deridiamo l’ignoranza dei nostri antenati che guardavano le comete per cercare indizi sulla Fine. Ma noi siamo diversi? Può darsi che anche la nostra epoca sia stata sedotta da previsioni apocalittiche sui cambiamenti climatici e la fine del mondo? Ecco un esempio di scienza parziale che ha nutrito una visione apocalittica.
La scienza ha spiegato il problema: alcun gas nell’atmosfera intrappolano il calore sulla superficie della Terra, dando vita una serie di effetti imprevedibili… La sfida dei cambiamenti climatici richiede una risposta urgente ma non apocalittica. Ad esempio: in alcuni circoli si usa dire che non bisogna più fare figli per via degli imminenti incendi, tempeste, alluvioni e siccità. Quanto sono diffuse queste teorie? Una famosa rappresentante del Congresso ha fornito il suo endorsement. ‘In pratica, c’è un consenso scientifico secondo cui le vite dei nostri bambini saranno molto difficili’, ha detto la rappresentante democratica Alexandria Ocasio-Cortez, che ha aggiunto: ‘E questo penso che solleverà una domanda legittima: va ancora bene fare figli?’. Questa non è la lingua della scienza. Il fosco ‘consenso’ di cui parla Ocasio-Cortez non ha alcuna base scientifica. Invece, visto che rimane ancora così tanto da imparare, l’ottimismo è l’attitudine giusta per completare il lavoro. Nessuno di noi sarà vivo per vedere la fine di quel lavoro. Oggi siamo a un capitolo da qualche parte tra la copertina di un grande libro ma lontano dall’ultimo capitolo. Possiamo contare sulla scienza per svelare altri misteri, per inquadrare le domande giuste e allungare la storia”.
Il Foglio internazionale