Il modello tedesco deve cambiare
Fino a pochi anni fa era inconcepibile che un partito come l’AfD potesse avere successo. E ora è arrivata pure la recessione. La Germania è “una potenza normale”
“L’ascesa dell’estrema destra è soltanto uno dei segni di come la Germania stia cambiando”, scrive Foreign Policy: “Fin dalla riunificazione, ha basato la sua liberaldemocrazia su alcuni pilastri – neutralizzare l’estrema destra, rafforzare l’economia e rinsaldare l’alleanza con gli Stati Uniti – per scongiurare un ritorno ai disastri del passato. Seguendo queste linee guida, il paese si è guadagnato un grande rispetto nel mondo ma ha continuato a considerarsi un caso speciale, libero dalle pressioni dei suoi alleati occidentali. È ora che la Germania si allontani dalle sue politiche postbelliche e inizi a vedersi per ciò che è realmente: una potenza normale”.
“Per decenni il paese è stato immune dai partiti di estrema destra, credendo che l’esperienza del nazismo avesse neutralizzato per sempre questa minaccia. Tuttavia, la situazione è cambiata negli ultimi anni: l’AfD ha superato la soglia del 5 per cento ed è entrata in Parlamento, e nel frattempo alcuni gruppi neonazisti hanno ucciso degli innocenti, molti dei quali immigrati. Fino a pochi anni fa era inconcepibile che un partito come l’AfD potesse avere successo in Germania. È tutt’ora improbabile che diventi la prima forza politica del paese, ma intanto la democrazia tedesca sta facendo i conti con questo fenomeno inatteso.
La Germania dovrà anche riformulare le sue politiche economiche incentrate sull’austerity e le esportazioni. Il marchio ‘made in Germany’ è ammirato in tutto il mondo, ma il surplus commerciale dei tedeschi – pari a 50 miliardi per la prima metà dell’anno – viene visto da alcuni paesi con un certo fastidio. Dopo anni e anni di surplus, alla Germania viene chiesto di investire di più per migliorare l’economia dell’Eurozona. Dopo avere ripetutamente ignorato questi consigli, Berlino ha dato ragione ai propri alleati europei varando una manovra economica espansiva.
Dal 1989 in poi la Germania si è affidata alla protezione militare degli Stati Uniti e ha tagliato i fondi destinati all’esercito. Berlino dovrebbe contribuire maggiormente al budget della Nato, ma si rifiuta di farlo malgrado l’insistenza di Washington. All’esercito tedesco mancano uomini e risorse, e la maggior parte dei tedeschi sarebbe favorevole a un aumento dei fondi alla difesa se solo avesse maggiore consapevolezza del ruolo strategico del proprio paese. Le truppe non sono solo coinvolte nell’Hindu Kush, ma danno anche una mano ai cittadini tedeschi negli incendi o nelle alluvioni, e potrebbero andare in guerra se mai ci sarà un’incursione nei confini europei. A Berlino c’è la sensazione che il rapporto con l’America non tornerà come prima a prescindere dalla data in cui Donald Trump lascerà la Casa Bianca. L’epoca in cui potevamo contare sugli altri è finita, ha detto Angela Merkel nel 2017. Ha ragione. È arrivata l’ora per la Germania di accantonare le reticenze storiche per rafforzare la propria democrazia e l’ordine internazionale”.