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Il pol. corr. è diventato una censura
Secondo il Financial Times la repressione in America ha aiutato Trump
“Quando mi sono trasferito in un’università americana nel 1993 (ma sembra martedì scorso) avevo la predisposizione britannica a deridere la serietà degli americani”, scrive Simon Kuper sul Financial Times: “All’epoca cercavo degli esempi assurdi di una nuova moda chiamata ‘politicamente corretto’ (PC). Sorprendente, ho scoperto che mi piaceva il PC americano. I miei amici statunitensi erano divertenti e non facevano delle battute etniche o sessiste per apparire ironici. Il politicamente corretto si è evoluto sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. Il Regno Unito, e il resto dell’Europa occidentale, sono diventati qualcosa di simile all’America del 1993. Nel frattempo, negli ambienti liberal statunitensi il politicamente corretto si è trasformato in una forma di repressione della libertà di espressione. Questa tendenza si estende ben oltre i mondi dell’accademia, del giornalismo e dell’editoria, e potrebbe avere aiutato Donald Trump a vincere le elezioni. Il dibattito americano è segnato da tante piccole guerre culturali che riguardano la libertà di espressione. L’ultima polemica riguarda il romanzo American Dirt di Jeanine Cummins che racconta la fuga dei messicani verso gli Stati Uniti. La scrittrice è stata denunciata di ‘appropriazione culturale’. I detrattori l’hanno accusata di avere fornito uno stereotipo dei messicani, affermando che una donna bianca non ha il diritto di raccontare una cultura diversa dalla sua.
In queste battaglie avviene un confronto tra i giovani progressisti e i vecchi liberali. Tuttavia, un artista accusato di appropriazione culturale può oscurare un presidente misogino. Infatti la repressione della libertà di espressione e l’ascesa di Trump sono due fenomeni connessi. Quattro americani su cinque credono che ‘il politicamente corretto sia un problema nel nostro paese’, secondo uno studio. Il PC è particolarmente disprezzato dalle minoranze ispaniche (87 per cento) e dagli afro-americani (75 per cento). Se il PC è un problema, Trump può sembrare la soluzione. I repubblicani non possono vincere le elezioni promettendo meno tasse per i ricchi o tagliando la sanità, ma possono vincere usando il PC. Non è un caso che i commentatori di destra in Europa si indignano davanti a ogni caso di repressione. E a volte hanno delle buone ragioni. In Gran Bretagna Boris Johnson, che continua a fare le battute etniche dei vecchi tempi, è diventato un’eroe della resistenza contro il PC. Tuttavia, in Europa puoi ancora dire quello che vuoi, puoi praticare delle appropriazioni culturali (grazie a Dio) e puoi anche essere razzista, sessista e omofobo. Verrai respinto o a volte abusato, ma non subirai il trattamento americano. Finché prevarrà questo buon senso, le guerre culturali europee non raggiungeranno le proporzioni americane”.
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