Il Vaticano non taccia su Hong Kong
Sul Tablet l’ex governatore britannico a Hong Kong, Chris Patten, dice che tacere sull’espansionismo cinese non è legittimo
“Papa Francesco è esattamente il Pontefice che la maggior parte dei cattolici desidera”, scrive l’ex governatore britannico a Hong Kong, Chris Patten, sul Tablet: “Un uomo buono e intelligente, in grado di dirci come vivere una vita decente, gentile e generosa. Penso sia un grande confessore. Ma, prendendo in presto le ultime parole di ‘A qualcuno piace caldo’, ‘nessuno è perfetto”’.
Quando il Papa interviene nella politica estera, solitamente si schiera a difesa dei più deboli e si rivolge alla nostra umanità condivisa. Ma, spiega Patten, c’è un tema in cui la posizione del Papa è incomprensibile: la Cina. Il Vaticano ha un corpo diplomatico di primo ordine, che è radicato in ogni angolo della Terra. Dunque, è difficile pensare che le incertezze del Vaticano nei confronti della Cina derivino da cattivi consigli.
Per anni in Cina c’è stata una divisione tra la cosiddetta chiesa patriottica e la chiesa clandestina. A volte questa distinzione era labile. Ci sono dei buoni motivi per raggiungere una distensione con il regime comunista, affinché tutti i credenti cinesi possano praticare la loro fede e tramandarla ai propri figli. Pare che Papa Francesco voglia andare in Cina per beatificare Matteo Ricci, il prete gesuita che si è recato in missione in Cina tra il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo. Che grande idea. Ma il Vaticano non vede ciò che sta accadendo in Cina al momento? Temo che il Papa stia facendo la corte al regime di Pechino nel peggior momento possibile. La chiesa ha beneficiato in qualche modo di questa avance diplomatica con il regime più violento dai tempi di Mao? Quanti cristiani sono stati liberati dalle carceri? Il Vaticano non ha notato che i funzionari cinesi che gestiscono il dossier Hong Kong si sono fatti le ossa perseguitando i cristiani e abbattendo i crocifissi? Sono sicuro che la chiesa sia allarmata dall’uccisione dei dissidenti in Cina, aggiunge Patten. Ma cosa ha detto o fatto riguardo alla persecuzione degli uiguri musulmani, su cui vengono praticate sterilizzazioni e aborti di massa? A noi cattolici quanto ci interessano i cittadini di Hong Kong, molti dei quali praticano la nostra stessa religione, che finiscono in carcere solamente perché credono nella democrazia e nello stato di diritto?
Dopo la legge liberticida della Cina nei confronti di Hong Kong, il cardinale Charles Maung Bo, presidente della confederazione episcopale asiatica, ha chiesto ai cristiani di tutto il mondo di “pregare per Hong Kong”. Dato che nell’ex colonia ci sono tante scuole cattoliche, credo sia preoccupato che possa essere imposto un programma di studi di stampo comunista.
Nell’Angelus del Papa del 5 luglio è stato omesso un paragrafo di condanna della legge cinese a Hong Kong. Perché è stato rimosso questo testo? Ovviamente, le teorie abbondano. “Nel Ventesimo secolo, il Vaticano è andato in difficoltà quando ha cercato di fare il furbo con i dittatori brutali – conclude Patten. Prego che stavolta sappiano ciò che stanno facendo. Come ho detto all’inizio, penso che nessuno sia perfetto”.
Il Foglio internazionale