La chiesa e la crisi occidentale
Secondo George Weigel su First Things è stata messa in discussione la nobiltà dell’essere umano
“Nel febbraio 1968 il cardinale Karol Wojtyla scrive a padre Henri de Lubac, SJ, su un progetto in cui il cardinale è impegnato: una spiegazione filosofica dell’unicità e della nobiltà della persona umana” scrive George Weigel. “L’idea dell’umano, suggeriva Wojtyla, veniva degradata, addirittura polverizzata, da ideologie che negavano le profonde verità costruite dentro di noi. La risposta non poteva essere ‘polemiche sterili’. Piuttosto, la Chiesa avrebbe dovuto proporre una visione più alta, più convincente, del ‘mistero inviolabile della persona’. Quel progetto è diventato alla fine l’opera filosofica più importante di Wojtyla, Persona e atto. E mentre il suo obiettivo immediato era la ‘disintegrazione’ comunista della nostra umanità, Wojtyla probabilmente intuì che altre forze disintegranti nella cultura occidentale avrebbero potuto rivelarsi ancora più minacciose, nel tempo, per ‘il mistero inviolabile’ che è ogni persona umana. Quel tempo è adesso. Perché il 15 giugno la Corte suprema degli Stati Uniti ha decretato che è un atto illegale di discriminazione in determinate circostanze invocare quella che era, fino a poco tempo fa, l’idea universale della persona umana, espressa biblicamente in Genesi 1,28: ‘…maschio e femmina li creò’. L’autore dell’opinione maggioritaria della Corte nella causa Bostock contro Clayton County, il giudice Neil Gorsuch, ha sostenuto che la sua sentenza riguardava solo le pratiche occupazionali che coinvolgono persone dello stesso sesso e coloro che si considerano ‘transessuali’. In realtà, la Corte ha martellato un’idea degradata, polverizzata e, sì, disintegrante della persona umana nel profondo delle fondamenta della legge americana sui diritti civili. Secondo questa idea, ognuno di noi è quello che dice di essere, punto. La volontà è la misura della realtà umana e la realtà biologica non ha importanza. Così, come hanno sottolineato David Crawford, Michael Hanby e Margaret Harper McCarthy sul Wall Street Journal, la decisione della Corte significa che ora ‘siamo tutti transessuali, anche se sesso e ‘identità di genere’ coincidono nella stragrande maggioranza dei casi’. E, come sempre, il distacco dalla realtà ha delle conseguenze. Infatti, come ha notato Mary Eberstadt, la cittadinanza stessa è sovvertita quando gli americani sono costretti, socialmente e in alcuni casi legalmente, ad ‘assentire alle menzogne’. I soliti sospetti hanno rallegrato la presunta difesa della libertà di Bostock. Ma che tipo di ‘libertà’ è questa? Non è certo una libertà matura, legata alla verità e ordinata alla bontà. E’ più che altro la pseudo-libertà di un bambino di due anni che immagina che la sua volontà sia suprema: voglio quella cosa, e la voglio ora. In The next Pope, pubblicato all’inizio di questo mese dalla Ignatius Press, faccio notare un fatto storico istruttivo. I papi moderni, da Leone XIII a Francesco, sono stati uomini di diversa estrazione, formazione intellettuale ed esperienza di vita. Eppure, tutti hanno insegnato che la crisi contemporanea della civiltà occidentale, che si è manifestata per la prima volta in modo letale nella Prima guerra mondiale e che da allora si è intensificata, è una crisi dell’idea della persona umana. Chi siamo noi? Come dovremmo relazionarci con gli altri della nostra specie? Qual è il nostro destino? Quando una cultura sbaglia le risposte, c’è l’inferno da pagare, e in vita”.
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