Un Foglio internazionale
La coscienza che serve all'America
Si combatta il razzismo e la diseguaglianza, ma non si pensi di essere un paese irrimediabilmente razzista
“La storia e la biologia evolutiva ci insegnano che il corso naturale degli affari umani è il tribalismo, l’oppressione e la povertà”, scrive Daniel Schwammenthal sul Wall Street Journal: “La nascita delle democrazie liberali non è il punto di arrivo di un presunto progresso di stampo occidentale ma un’aberrazione piuttosto fragile. Questo è il motivo per cui il crescente illiberismo negli Stati Uniti è così preoccupante. Gli attivisti che vedono ‘1984’ di George Orwell non come un avvertimento ma come un manuale credono che la libertà di stampa – la linfa vitale della democrazia e del progresso umano – sia uno strumento di oppressione di stampo fascista. Altre idee liberali – come l’uguaglianza razziale, il razionalismo, il metodo scientifico – stanno andando incontro allo stesso destino.
Queste idee poco illuminate si sono diffuse molto rapidamente. Un tempo erano confinate ai campus delle grandi università, ma adesso sono entrate a far parte del discorso pubblico. I leader americani del futuro sono cresciuti con due teorie nate dal marxismo. Una è il postmodernismo, che prende questo nome perché ripudia le idee liberali della modernità e contesta la nozione di una verità oggettiva. L’altra è la teoria critica, che si impegna a svelare le strutture di potere occulte che hanno apparentemente ostruito una rivoluzione comunista. Quelle che un tempo erano teorie di nicchia sono diventate dogmi quasi religiosi che dividono la società tra oppressi e oppressori, dando vita a un eterno scontro sociale. Secondo questo nuovo culto, il dissenso o il fervore insufficiente sono una validazione della teoria del razzismo onnipresente e vengono puniti come un crimine del pensiero. Come nella caccia alle streghe medievale, sia la negazione che le confessioni forzate sono prova della colpevolezza dell’imputato.
Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra condividono l’ossessione dell’antisemitismo e dell’antisionismo. L’America sta andando incontro a una polarizzazione senza precedenti
Dal lato opposto dello spettro politico troviamo sia il populismo di destra, che immagina un ‘popolo puro’ che contesta un’élite corrotta, e ovviamente l’estrema destra, con le sue infatuazioni per il nazismo. L’ampia disponibilità di armi da fuoco negli Stati Uniti non è solamente un argomento di disputa nella guerra culturale ma potrebbe farla diventare mortale. Basta guardare alla strage nella sinagoga a opera dei veri suprematisti bianchi. Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra condividono l’ossessione dell’antisemitismo e dell’antisionismo. L’America sta andando incontro a una polarizzazione senza precedenti che potrebbe scatenare delle tensioni civili. Ma perché il sottoscritto, un ebreo tedesco che vive a Bruxelles, si preoccupa tanto della politica interna americana? Come dice il vecchio adagio, quando l’America starnutisce tutto il mondo si prende il raffreddore. Al momento l’America ha la polmonite. Ho imparato ad ammirare questo paese molto prima di avere avuto il privilegio di viverci e studiarci. La Storia può essere molto personale. Quella che Madeleine Albright chiamava la ‘nazione indispensabile’ ha significato la differenza tra la vita e la morte per la mia famiglia. Sono cresciuto nella consapevolezza che, se non fosse stato per quei ragazzi americani coraggiosi che sono sbarcati in Normandia, non sarei nato e i miei genitori e il mio popolo si sarebbero estinti. Non c’è dubbio che questo racconto sia una grossa semplificazione però è essenzialmente vero.
Oggi l’America è ciò che è sempre stata: una società difettosa, come tutte le altre, ma anche una forza positiva per il resto del mondo. Non c’è altra società multietnica e multireligiosa che può vantarsi di essere più democratica, più prospera e più giusta degli Stati Uniti. Ma l’America non può rimanere il leader del mondo libero se essa stessa non è più libera. Per garantire la sicurezza dell’occidente non basta avere il potere economico e militare; bisogna avere il senso di una missione. E al momento gli americani stanno commettendo un suicido di massa. Se il paese va oltre il riconoscimento che il razzismo e la diseguaglianza persistono e devono essere combattuti, e si autoconvince di essere irrimediabilmente razzista, non può continuare a credere di avere il diritto di essere una guida per il resto del mondo. Questa America rinnegherà il principio secondo cui vale la pena difendere l’occidente e considererà l’Europa come un luogo di oppressione. Sappiamo chi riempirà il vuoto lasciato dal passo indietro di un’America in guerra con se stessa. I leader a Mosca, Pechino e Teheran si staranno fregando le mani mentre osservano l’autoimmolarsi dell’America. Ogni società funzionante deve estendere la lealtà oltre i rapporti familiari. L’etnia e il cristianesimo erano la colla che aiutava a tenere insieme i paesi europei. I padri fondatori crearono una società in grado di onorare il motto ‘e pluribus unum’ – su tante, una – sostituendo le identità etniche e religiose con gli ideali liberali e deisti. La fiducia verso la dichiarazione di indipendenza e la Costituzione consente agli americani di vedersi non come stranieri ma come cittadini.
Sappiamo chi riempirà il vuoto lasciato dal passo indietro di un’America in guerra con se stessa. I leader a Mosca, Pechino e Teheran si staranno fregando le mani mentre osservano il suo autoimmolarsi
Certo, gli Stati Uniti non hanno sempre onorato i propri ideali. Ma sostenere che i princìpi dei padri fondatori non fossero nient’altro che una truffa per mantenere un sistema di oppressione è un revisionismo antistorico che eroderà le fondazioni del paese. L’antiamericanismo degli europei prevede costantemente la nascita del fascismo nel paese che ha sconfitto quello vero e la fine della libertà nella democrazia più vecchia al mondo. Mi sono sempre fieramente opposto a questa visione. Ma adesso mi ricordo la famosa frase di Benjamin Franklin: ‘Una repubblica, se siete in grado di mantenerla’. Per la prima volta ho dei terribili dubbi”.
(Traduzione di Gregorio Sorgi)
Il Foglio internazionale