Un Foglio Internazionale
Che bello il nuovo medio oriente. Ai soliti detrattori non piace e vogliono lo scontro
Il volo Tel Aviv-Abu Dhabi può inaugurare una stagione diversa. Perché è auspicabile che altri paesi adottino questa linea di normalizzazione, secondo Yedioth Ahronoth
Questo articolo è stato pubblicato su Un Foglio Internazionale, l'inserto a cura di Giulio Meotti con le segnalazioni della stampa estera in edicola ogni lunedì.
Spesso ci preoccupiamo di dettagli banali mentre facciamo fatica a vedere il quadro più ampio”, scrive Ben Dror Yemini. “La visita ufficiale della delegazione israeliana negli Emirati Arabi Uniti – giunta su un aereo El Al che ha sorvolato l’Arabia Saudita con il permesso del Regno – è un giorno di festa per Israele. Volevamo un nuovo medio oriente ed ecco che sta prendendo forma davanti ai nostri occhi. Certo, saremmo stati ben felici se anche i palestinesi si fossero uniti a noi. Saremmo stati ben felici di vedere le bandiere israeliane issate anche a Ramallah, come ad Abu Dhabi. Questo non è ancora successo, ma non c’è motivo di lamentarsi del fatto che la bandiera israeliana ha ‘solo’ sorvolato il territorio saudita senza poter scendere su di esso.
I critici insistono a dire che non è successo niente di così eccezionale dal momento che Israele intrattiene già da parecchi anni rapporti più o meno clandestini con vari stati del Golfo. Personalmente ho visitato due stati del Golfo (Bahrain e Qatar) negli anni 90 e sono persino andato nello Yemen. Ma poi scoppiò la seconda intifada, l’intifada delle stragi suicide, e tutto si è bruscamente fermato. Tutti i rapporti palesi divennero segreti o semplicemente cessarono di esistere. I fautori della normalizzazione hanno rialzato la testa, e non per amore di Israele ma per i loro propri interessi. Il che è meraviglioso. Quanto vorrei che anche i palestinesi potessero aderire e agire nel loro interesse. Ma preferiscono di gran lunga agire contro se stessi. È diventata per loro una seconda natura: danneggia noi, ma danneggia molto di più loro. Abbiamo invece bisogno di altre svolte come quella odierna anche con il Sudan e l’Arabia Saudita, con il Bahrain e l’Oman.
Forse anche con il Marocco, dove i turisti israeliani già si recavano senza difficoltà prima che si scatenasse il coronavirus. Questo nuovo accordo con gli Emirati non allontanerà la pace con i palestinesi più di quanto non sia già lontana. Al contrario, renderà chiaro ai palestinesi che anche loro devono cambiare corso. Vi sono molte persone di buona volontà sul versante palestinese che capiscono quanto hanno bisogno di un cambiamento, e la loro posizione viene rafforzata da questo accordo con gli Emirati Arabi Uniti e dalle relazioni con altri paesi. Quindi, in termini storici, la visita israeliana negli Emirati di lunedì e martedì è sicuramente una cosa da festeggiare e c’è solo da augurarsi che arrivino altri giorni come questo”.
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