recensioni foglianti
Diario 1970 - 1985
Mircea Eliade
Jaca Book, 492 pp., 38 euro
Nato a Bucarest il 9 marzo 1907 e morto a Chicago il 22 aprile 1986, ormai trentadue anni fa, Mircea Eliade dedicò tutta la vita alla ricerca scientifica e alla scrittura letteraria, giudicandole attività complementari in grado di arricchirsi a vicenda. Considerato uno dei maggiori storici delle religioni del nostro tempo, egli ha lasciato un vastissimo patrimonio di opere, tra le quali occupa un posto originale e molto rilevante il Diario, che tenne diligentemente sin dagli anni della formazione giovanile e al quale attribuì sempre una grande importanza, nella convinzione che il genere diaristico avesse una dignità del tutto particolare nel panorama letterario. Una chiara conferma del grande valore del Diario ai fini della comprensione della figura e dell’opera di Eliade giunge dalla recente pubblicazione del volume che contiene le annotazioni vergate dallo studioso romeno tra il 19 agosto 1970 e il 19 dicembre 1985, data che precede di soli quattro mesi quella della sua scomparsa.
Si tratta di pagine che, come afferma Roberto Scagno nella prefazione, permettono e, nel medesimo tempo, richiedono due livelli di lettura: il primo, che identifica nel Diario un “carnet d’atelier” dal quale si possono ricavare “numerosi riferimenti al lavoro di preparazione e di stesura degli scritti (libri, articoli, comunicazioni per convegni di studio e conferenze) di storia delle religioni e di orientalistica”; il secondo livello fa riferimento alla “geografia spirituale” eliadiana, costituita da luoghi e persone, spostamenti e incontri, ove giocano un ruolo sicuramente importante varie località (Parigi, la città dell’esilio; Bucarest, la capitale della patria interdetta, “fulcro di una rete di ricordi e mitologie”; Chicago, il luogo dell’affermazione professionale; e poi l’Italia, “sempre rivisitata, frequentata o sognata”) e alcune persone (da Paul Ricoeur a Emil Cioran a Georges Bataille a Eugène Ionesco).
A giudizio di Scagno, questo ultimo tomo del Diario, che accompagna il lettore sino al termine della vita del celebre studioso romeno, conferma appieno “quella Stimmung vitalistico-esistenziale che ne ha caratterizzato la feconda biografia umana e intellettuale”. In una pagina risalente al 1982, dopo aver descritto in modo assai particolareggiato le sue non buone condizioni di salute, Eliade aggiunge le seguenti illuminanti considerazioni: “E, malgrado ciò, mi ostino a credere al senso ‘iniziatico’ di queste sofferenze e impotenze. Non penso necessariamente alla morte. Alla mia età, questo non è più un problema. L’‘iniziazione’ mira ad altro: a una ‘nuova vita’, vale a dire a una rigenerazione totale che potrebbe rilevarmi un’altra creatività. Devo uscire dal recinto delle preoccupazioni minori in cui mi sono rinchiuso da solo, senza rendermene conto, da tanti anni”.
DIARIO 1970-1985
Mircea Eliade
Jaca Book, 492 pp., 38 euro
Una Fogliata di libri