recensioni foglianti

Curiosi

Roberto Persico

Mario Livio
Rizzoli, 324 pp., 19 euro

Che cosa distingue gli umani dagli altri animali che popolano il pianeta Terra? Semplice, risponde Mario Livio, astrofisico e molte altre cose ancora, tra le quali divulgatore scientifico di successo internazionale: la curiosità. “Gli esseri umani si differenziano da tutti gli altri animali per la loro attitudine a trasformare quasi tutto quel che percepiscono in domande sul perché e sul come. In ultima analisi, sono questa curiosità e questo desiderio di esplorazione per arrivare in fondo alla catena di cause ed effetti che hanno portato alla nascita delle religioni, a discipline come la logica (e, quindi, la matematica e la filosofia) e a quella ricerca finalizzata alla comprensione del funzionamento della natura che oggi chiamiamo ‘scienza’. Allo stesso tempo, la capacità della mente di descrivere ciò che esiste in un mondo che può essere soltanto immaginato ha dato origine alla letteratura, alle arti visive e alla musica”.
E’ la curiosità che ha messo in moto la dinamica evolutiva che ci ha portato a separarci dagli scimmioni. Sono state infatti l’attrazione per quello strano fenomeno che era il fuoco e poco a poco la capacità di utilizzarlo per cucinare che hanno permesso ai nostri antenati di economizzare sulla quantità di energia necessaria alla nutrizione e di metterne una parte a disposizione dello sviluppo neuronale “(in sostanza, gli esseri umani hanno scambiato intestino per cervello)”; l’aumento dei neuroni a sua volta ha alimentato nuova curiosità innescando il circolo virtuoso che ci ha portato ai confini dell’universo. E ci ha messo in grado di studiare scientificamente la curiosità stessa. Una buona parte del libro infatti è dedicata alle ricerche sul fenomeno. Quelle degli psicologi, che hanno osservato come la curiosità si distenda lungo due assi fondamentali: uno che va dalla curiosità percettiva – quella suscitata da fenomeni imprevisti – a quella epistemica, il desiderio di conoscenza vero e proprio; l’altro dalla curiosità specifica – la ricerca di un’informazione particolare – a quella diversiva, ovvero l’inquieta ricerca di stimoli sempre diversi.
E quelle dei neuroscienziati, che hanno a loro volta visto come la curiosità è associata all’attivazione dell’ippocampo e alla chimica della dopamina, secondo la duplice direzione del superamento di una sensazione negativa da deprivazione e dell’eccitazione piacevole da soddisfazione.
Ma più conoscenza non significa meno interesse, anzi: la comprensione non fa che aumentare lo stupore. Come dice in maniera esemplare Richard Feynman, astrofisico a sua volta, uno dei due studiosi – l’altro è Leonardo da Vinci – proposti da Livio come modelli dell’umana curiosità: “Anch’io mi commuovo a vedere le stelle nel deserto, ma vedo di meno o di più? Vedo un grande schema, di cui sono parte. Qual è lo schema, quale il suo significato, il perché? Saperne qualcosa non distrugge il mistero, perché la realtà è tanto più meravigliosa di quanto potesse immaginare nessun artista del passato!”.

 

CURIOSI
Mario Livio
Rizzoli, 324 pp., 19 euro

Di più su questi argomenti: