recensioni foglianti

Giuseppe Prezzolini. Una voce contro il pensiero unico

Maurizio Schoepflin

Luigi Iannone
Historica, 266 pp., 18 euro

Nel corso dell’udienza generale del 21 agosto 1974, il Pontefice Paolo VI ebbe a dire, tra l’altro: “Sapete che cosa è il pragmatismo? E’ il sistema filosofico circa l’arte del riuscire. E’ una concezione della vita, che ha avuto i suoi pensatori rinomati, anche nel campo religioso, e che in Italia ha avuto un suo grande esponente, e poi suo critico vincitore in Giovanni Papini, come tutti ricordano (…attendiamo sempre Giuseppe Prezzolini!)”. Senza voler far torto a nessuno, mi permetto di ritenere che non siano molti coloro ai quali è noto il nome di Giuseppe Prezzolini. Chi era dunque costui e come mai di lui fece pubblica menzione addirittura il Sommo Pontefice, quasi implorandolo di tornare all’ovile? Una risposta esauriente a tali interrogativi ce la dà Luigi Iannone, che nel recente ampio volume qui recensito ha ricostruito con attenzione la figura e l’opera di questo poliedrico intellettuale, morto centenario nel 1982. Spieghiamo subito la questione della citazione pontificia: la formazione culturale di Prezzolini risentì di vari influssi, primo fra tutti quello della filosofia pragmatista, cosa che lo accomunò a Giovanni Papini, il quale si rese protagonista di una clamorosa e radicale conversione al cattolicesimo che, invece, Prezzolini non conobbe, pur rimanendo per l’intera esistenza tutt’altro che insensibile al richiamo della fede. A questo riguardo, è interessante ricordare che nel libro, uscito postumo, non casualmente intitolato L’ombra di Dio, egli torna su tale questione e afferma: “So che parecchi si aspettano che io compia un grande passo; e mi dichiari credente… Non mi sento di poterlo fare”. Dopo la fase caratterizzata dall’adesione al pragmatismo, Prezzolini si avvicinò al pensiero di Benedetto Croce, dal quale poi si allontanò, mettendo via via in luce la più autentica caratteristica della sua personalità, ovvero il rifiuto di qualunque conformismo, il coraggio di andare controcorrente.
Come scrive Iannone, egli fu un “battitore libero”, il campione degli “apoti”, di coloro, cioè, che non bevono le verità preconfezionate e non accettano di vivere da gregari, il prototipo di quello che oggi definiremmo un personaggio “politicamente scorretto” (la definizione è di Gennaro Malgieri, che ha firmato la Prefazione del libro). Non sorprende che un uomo siffatto, refrattario alle etichette e ai facili ottimismi, sia stato malvisto da fascisti e antifascisti, da reazionari e progressisti.
Il suo amaro realismo lo portò a diffidare di tutto e di tutti, ma dietro a questo atteggiamento non è difficile scorgere una vena dell’umanesimo fiorentino che egli interpretò con intelligente originalità. Anarchico e conservatore, aspro fustigatore dei costumi, Giuseppe Prezzolini fu davvero “una voce contro il pensiero unico”.

 

GIUSEPPE PREZZOLINI. UNA VOCE CONTRO IL PENSIERO UNICO
Luigi Iannone
Historica, 266 pp., 18 euro

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