recensioni foglianti
La nuova economia psichica
Charles Melman
Mimesis, 186 pp., 18 euro
Mettere la società contemporanea sul lettino dello psicoanalista. Raccogliere i risultati dell’analisi, quindi discuterne pubblicamente in confronti e dibattiti con alcuni protagonisti della società civile; infine, collazionare le conclusioni in un libro. Lo ha fatto Charles Melman, lacaniano che esercita la psichiatria a Parigi, dove le malattie del secolo proliferano, come si conviene a una metropoli. Non che sia il primo a lamentare la nullificazione della figura paterna nel contesto di un’economia in senso lato, in cui confluiscono i primari bisogni psichici insieme a quelli consumistici. La letteratura aveva aperto da tempo la strada: Balzac “descrive il declino dei valori paterni e l’insorgenza dei nuovi valori borghesi legati all’arricchimento”. Basti pensare all’amaro destino del Père Goriot, sfruttato e abbandonato dalle figlie ingrate. Semmai, Melman è tra i primi a dichiarare che il ritorno del matriarcato non è un biglietto di sola andata per la valle dell’Eden.
Nelle sue parole leggiamo le conseguenze destabilizzanti della scomparsa di un assetto sociale predominante per millenni, con esiti rivoluzionari, che il tempo ci dirà se siano forieri o meno di un futuro migliore. Per ora, sappiamo solo che la figura del padre è umiliata, accessoria, anacronistica. Mai nella storia l’umanità era giunta a impossessarsi della riproduzione e della fecondità al punto di separarla dall’atto sessuale. Il matriarcato postmoderno è edonista e spregiudicato. Edipo ha perduto il capro espiatorio: non può più incolpare il padre per tutte le sue mancanze o frustrazioni. Ciò nondimeno, queste ultime mutano di aspetto e dicono il disagio di una società sradicata, la cui unica meta sembra essere il soddisfacimento di ogni desiderio.
I giovani che finiscono in terapia sono sradicati, dall’identità “inquieta”, anche dal punto di vista sessuale; soprattutto non sanno indirizzare la loro vita. In breve, non sanno da dove vengono, né chi sono o verso quali mete andare. In una società che predica il “godimento di massa” aumentano depressione, isteria, tossicomania. Viviamo al tempo di una psicosi sociale in cui l’umanità più fragile subisce i diktat dei mezzi di distrazione di massa ricavandone un’infinita infelicità. Non c’è più una figura autoritaria e autorevole con cui confrontarsi, eventualmente per contestarla o combatterla; c’è in compenso una madre padrona nel contesto di un’adolescenza protratta in modo indefinito, che si rifugia nel grembo per farsi consolare dell’insoddisfazione. Una lettura impietosa, forse anche ingiusta; forse, l’ennesima intemerata dei vecchi contro i giovani. Ma ciò che Melman racconta è un dato empirico difficilmente ricusabile. Meglio discuterne le conclusioni e porsi qualche domanda. Per esempio, se la crisi della famiglia tradizionalmente intesa non sia un salto nel vuoto, che priva genitori e figli della loro piccola Itaca, un porto sicuro al ritorno dalle tempeste della vita.
LA NUOVA ECONOMIA PSICHICA
Charles Melman
Mimesis, 186 pp., 18 euro
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