recensioni foglianti
Matrigna
Teresa Ciabatti
Solferino, 204 pp., 16,50 euro
Uno pensa che le mamme terribili siano rumorose e invadenti. Che urlino, che puniscano, che siano spettinate, che vestano male. Uno pensa che le madri terribili siano oscene, come la Aracoeli di Elsa Morante, che s’ammala di ninfomania quando le muore una figlia. O che non s’accorgano d’essere invecchiate, come la mamma di Gianni Di Gregorio in Pranzo di Ferragosto. O che siano troppo madri e troppo perfette, come Bree Van De Kamp. Invece no. Le madri terribili sono tutte, anche le signore in tailleur, anche le catechiste, le psicologhe, le maestre, le impiegate, le casalinghe, perché la maternità è un sacrificio di sé, una spaccatura di sé che chiede continuamente riscatto, o soddisfazione, o vendetta. Quanta arditezza ci vuole, per scrivere un romanzo che lo dice? Tanta, probabilmente, posto che davvero esistano, nella nostra letteratura, dei tabù (e che i tabù non siano, invece, semplici pigrizie). Quanto a fondo si deve scavare? In verità, l’intuizione di metodo di Teresa Ciabatti, in questo libro, è che le cose si vedono e si capiscono guardandole in superficie, cambiandone l’assetto senza mai scavarci dentro. Per farlo, non serve il coraggio, ma la pazienza, che del coraggio è l’età adulta.
“Togli i figli a un matrimonio e vedi cosa rimane”. Se qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure. “Niente era sporco. Tutto era vecchio”. “Sono viva da tutto questo tempo”. Vedete dove si ferma lo sguardo? Fuori. Perché da fuori si vede, si calcola il centro: da fuori si scrive con il ritmo e la temperatura perfetti che ci sono qui. In Aracoeli Elsa Morante scrive che guardarsi negli occhi è un esercizio estremo e che, a volte, porta a intravvedere “l’ultimo altro, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio”. Quando il fratello di Noemi – la protagonista di questa storia – scompare, tutta la famiglia viene interrogata, sospettata, frugata e ribaltata. La mamma (Carla) vi ha allattati al seno? Poi le domande finiscono e Noemi capisce che il passato sarà per sempre “una sequenza di brevi scene che non risolvono alcun mistero”. E lo saranno anche il presente e il futuro. “Non c’è vita quando un figlio sparisce”, ha scritto Ciabatti su Vanity Fair. Andrea sparisce e in Carla muore la madre. Noemi si ritrova, così, orfana di mamma e figlia di matrigna. Scappa appena può, va a crescere altrove, non smette di sognare Andrea che le tiene il conto delle volte che ha pianto (troppe o troppo poche), corre dei rischi, s’innamora: vive. Quando sua madre finisce in ospedale, torna da lei, che s’è fidanzata e colorata i capelli ed è guardando il fidanzato di sua madre e la sua tinta e il suo corpo spostato dagli infermieri che la perdona. Per essere stata una madre terribile prima che suo fratello sparisse, quando non aveva scuse, quando la sua indifferenza nei confronti di sua figlia era una scelta precisa, quando era una matrigna travestita da mamma. Ci sono mamme che diventano terribili perché perdono dei figli. E perché lo erano anche prima, terribili. Basta guardarle in tempo.
MATRIGNA
Teresa Ciabatti
Solferino, 204 pp., 16,50 euro
Una Fogliata di libri