recensioni foglianti
Tienilo acceso
Vera Gheno e Bruno Mastroianni
Longanesi, 288 pp., 14,90 euro
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. E’ una delle frasi di Umberto Eco più diffuse nel luogo che dà a tutti gli imbecilli la possibilità di darsi dell’imbecille: Facebook. Come uscirne? Con un manuale, delle regole, delle norme. In controtendenza con chi ci dice che la salvezza è abbandonare internet, chiudere gli account, vivere disconnessi in campagna e tornare alla comunicazione “vera”, esiste un volume che spiazza fin dal titolo: Tienilo acceso. Gli autori usano un doppio senso riferendosi sia al dispositivo (che se è spento significa che è scarico: dramma sul quale non basterebbero mille libri) sia al nostro cervello (e qui non possiamo dare la colpa alla batteria).
Lo “standard del buon comportamento” nel Medioevo imponeva un concetto ben preciso: la cortesia. Cioè il modo in cui ci si comportava alle corti: regole e interdizioni specifiche che si sono diffuse, come per esempio non usare lo stesso cucchiaio, non sputare sotto al tavolo, non soffiarsi il naso nella tovaglia. Dobbiamo ricordarci che non è questione di buonismo ma di pudore e quindi di civiltà, come ci ricordano gli studi di Norbert Elias. Inoltre dobbiamo abituarci al fatto che non esiste una vera distinzione tra online/offline, cioè quel che sociologo Nathan Jurgenson chiama dualismo digitale: ciò che facciamo online ha ripercussioni sulla nostra vita. Lo sa Justine Sacco che ha subito ripercussioni per una battuta fraintesa; lo sa Anthony Weiner che è in galera per avere fatto sexting con una minorenne; lo vediamo tutti i giorni coi tweet di Donald Trump e Matteo Salvini, con gli hater di Roberto Burioni e Barbara D’Urso. Scrivere a Chiara Ferragni che è un’oca decerebrata non è tanto diverso da pulirsi le mani sporche d’olio nella tovaglia. A volte basta un meccanismo specchio: vedi qualcuno dire o fare qualcosa di sgradevole e capisci l’effetto che fai da fuori. (Perché c’è sempre un imbecille più imbecille di te, ma siamo tutti l’imbecille di qualcun altro.) Altre volte va insegnato nelle scuole come suggerisce di fare Stefano Bartezzaghi con questo volume. Come fare a essere felici e connessi? Lo spiegano Vera Gheno e Bruno Mastroianni, una sociolinguistica e un filosofo che anziché farci rompere le balle al prossimo vorrebbero che rompessimo le bolle della polarizzazione in cui viviamo. Si insegna a riconoscere i fenomeni per identificarli (troll, hate, cyberbullismo), capire come rappresentarsi, come descrivere ciò che ci succede e come parlarne con gli altri. Le parole sono importanti e si rimettono al centro del nostro rapporto con gli altri. A volte gli autori sono fin troppo ottimisti. Leggiamo: “La vita iperconnessa è una nuova dimensione per entrare in relazione: restiamo umani e la useremo al meglio”. Rimane qualche dubbio sul fatto che si possa modificare l’ecologia dell’ambiente digitale con una serie di regole sull’essere rispettosi delle idee altrui e usare autoironia. Perché la sgradevolezza è umana. Però si può imparare a controllarsi e vivere meglio. Per i genitori forse è tardi, ma per i più giovani c’è speranza.
TIENILO ACCESO
Vera Gheno e Bruno Mastroianni
Longanesi, 288 pp., 14,90 euro
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