recensioni foglianti
Il tempo degli stregoni
Wolfram Eilenberger
Feltrinelli, 432 pp., 25 euro
Nella sala del Grand Hotel Belvedere di Davos, Alpi svizzere, tra i distinti ospiti in abito da sera fa il suo ingresso un uomo piccolo di statura, ancora equipaggiato da sci, il volto abbronzato dal sole di montagna. Martin Heidegger, nei giorni seguenti di quel marzo del 1929, davanti a una platea di giovani studiosi si sarebbe confrontato sulla domanda “Che cos’è l’uomo?” con Ernst Cassirer, massimo esponente della scuola neokantiana, al momento avvolto in coperte per riprendersi da un raffreddore. Come i protagonisti del dibattito, le risposte a questo interrogativo rispecchieranno non solo due opposte visioni del mondo ma i contrasti di un’epoca che stava volgendo al termine. Nel giugno dello stesso anno, con la sprezzante frase “non fatene un dramma, so che non lo capirete mai”, si concludeva a Cambridge l’esame di abilitazione in filosofia di un geniale ex miliardario austriaco, Ludwig Wittgenstein. Lapidario terminava anche il suo Tractatus, presentato in quella sede come tesi: “Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere”. Nell’autunno berlinese di qualche mese dopo, lo scrittore e critico Walter Benjamin, flâneur sempre a caccia di libri nei mercati antiquari, fallite le ambizioni accademiche, in crisi finanziaria non per il venerdì nero di Wall Street ma per le pratiche di separazione dalla moglie, si faceva ricoverare in un sanatorio. Convergono in questo cruciale 1929 gli itinerari di questi quattro giganti della filosofia, che la penna di Wolfram Eilenberger insegue senza sosta lungo tutto l’arco degli anni Venti e che abilmente intreccia fra analogie, rimandi e contesti. Il “sentiero nel bosco” del pensatore della Selva Nera alla ricerca del luogo originario della filosofia, passando davanti alla finestra chiusa dalla quale Wittgenstein si interroga sui problemi fondamentali della conoscenza e del linguaggio, si incrocia con la benjaminiana “strada a senso unico” della modernità, per giungere alla labirintica Biblioteca Warburg nella quale Cassirer è alla ricerca delle radici di quel pensiero mitico ancora capace di influenzare il presente. Dopo una catastrofica guerra, nella parentesi dell’irresoluta Repubblica di Weimar, in modo diverso ma ugualmente profetico questi protagonisti d’eccezione riflettono sulle grandi ambivalenze e ambiguità dell’esistenza moderna, del pensiero ma soprattutto delle loro stesse vite.
Questo libro è un pregevole esempio di populäre Philosophie, genere divulgativo da noi inesistente che ha il pregio di narrare come un avvincente romanzo importanti e complessi temi di storia delle idee, in uno scenario ricchissimo di aneddoti. Rimane forse delusa l’aspettativa cui il titolo direttamente rimanda: non si alzano fumi di zolfo e da questi stregoni non si allungano cupe ombre. Tutto magicamente occultato.
IL TEMPO DEGLI STREGONI
Wolfram Eilenberger
Feltrinelli, 432 pp., 25 euro