Nuvole e orologi
Karl R. Popper
Armando, 104 pp., 12 euro
Accolto in una collana curata da Dario Antiseri, che è stato l’apostolo italiano di Karl Raimund Popper, questo volume contiene due saggi del celebre pensatore austro-inglese, vissuto fra il 1992 e il 1994, aventi per tema una delle questioni più dibattute lungo la plurisecolare storia della filosofia occidentale, quella riguardante il confronto fra determinismo e indeterminismo. Col primo termine si è soliti indicare la concezione filosofica, risalente agli antichi maestri greci Leucippo e Democrito, secondo la quale tutto ciò che accade, accade per necessità, e l’intera realtà è dominata da leggi che ne determinano infallibilmente lo svolgimento. Secondo il determinista, non c’è posto per la libertà e il futuro è già scritto nel presente, poiché ogni evento si realizzerà secondo regole immodificabili.
Almeno sino al XX secolo, il determinismo è stato strettamente imparentato con la scienza: il sapere scientifico, infatti, sembrava offrire le prove inoppugnabili che dimostravano che l’intero universo è guidato da norme ferree e necessarie, alle quali non è possibile derogare. Come avverte Massimo Baldini nella chiara Introduzione del libro, accanto a quello scientifico è esistito il determinismo religioso, tipico, per esempio, di molti teologi protestanti, che hanno sottolineato il fatto che l’onnipotenza e l’onniscienza divine determinano inevitabilmente il corso degli eventi. Vi è stato pure il determinismo metafisico, una concezione della realtà i cui sostenitori affermano che, come scrive Popper, “tutti gli eventi di questo mondo sono stabiliti, inalterabili, o predeterminati”. Antico quanto il determinismo è l’indeterminismo, che è la dottrina di coloro che ammettono l’esistenza della libertà e dell’imprevedibilità.
E’ a questo punto che entrano in gioco le nuvole e gli orologi, figure centrali di una metafora popperiana: le prime, infatti, sono considerate il simbolo della variabilità che non può essere prevista, mentre i secondi rappresentano il paradigma della perfezione deterministica che non ammette alcuna indeterminatezza. Popper non ebbe dubbi e stette dalla parte delle nuvole, diventando un convinto indeterminista, nella certezza che l’abbandono del determinismo avrebbe avuto effetti positivi in tutti i campi della conoscenza e della vita dell’uomo. In particolare, la sua critica riguardò il determinismo della scienza la quale ha, secondo lui, un carattere approssimativo: egli afferma che tutto il sapere è fallibile e ogni teoria è soltanto un’approssimazione alla verità.
Giovandosi pure della relatività einsteiniana, Popper sostiene che vi è asimmetria fra passato e futuro: il primo non ammette cambiamenti, il secondo si presenta aperto alla mutevolezza. Il terzo argomento usato dal Nostro contro il determinismo si fonda sull’impossibilità di prevedere scientificamente la crescita della nostra conoscenza e, dunque, le acquisizioni che potremo ottenere in futuro. Pertanto, secondo Popper, è più saggio e opportuno fidarsi delle nuvole che degli orologi!
NUVOLE E OROLOGI
Karl R. Popper
Armando, 104 pp., 12 euro
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