Sognando la luna
Michael Chabon, Rizzoli, 528 pp., 22 euro
Da dove arrivano le storie? Dove nascono e come fanno a restare sepolte, segrete, nella nostra testa per decenni? Finché, improvvisamente, sgorgano fuori, scintillando, pronte a sedurre il mondo intero con il potere della parola, lo stupore dell’immaginazione. Accadde così allo scrittore americano Michael Chabon quando andò da sua madre per visitare il nonno gravemente malato. Così, per una settimana intera, l’uomo spalancò i suoi ricordi davanti al giovane scrittore – Chabon aveva da poco pubblicato I misteri di Pittsburgh – una storia quasi dimenticata per una vita intera. Fra dolore e ironia beffarda, finì per comporre la confessione finale del nonno sul letto di morte. Da qui trae la sua sostanza Sognando la luna. A 16 anni di distanza dall’uscita de Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, che nel 2001 gli valse il Premio Pulitzer, lo scrittore statunitense ci riporta negli Stati Uniti del Dopoguerra, intrecciando la storia d’amore dei propri nonni con i primi lanci alla conquista dello spazio. Ovviamente la fanno da padrone i temi dell’identità ebraica, l’arte stessa del raccontare declinata sulla tentacolare storia familiare e la nostalgia di un tempo magico, mescolando ad arte l’intimità con l’ironia yiddish. Tradotto con perizia da Matteo Colombo, quest’opera tocca le sue vette più alte nei dialoghi surreali tra i due nonni, che si incontrano in occasione di una surreale riffa alla sinagoga di Philadelphia e continuano ad amarsi, affrontando gli alti e i bassi di una vita come tante altre. Un libro ricco di episodi esilaranti. Chabon stupisce perché, libro dopo libro, si reinventa, addentrandosi nelle spire della scrittura, contagiato da un entusiasmo vivido che si trasmette immediatamente al lettore, riuscendo a passare da un genere all’altro – è autore anche di fumetti e sceneggiature – con una facilità estrema. Il suo segreto è forse quello di non avere mai perso la voglia e il piacere di raccontare una storia, prendendosi tutta la libertà di divagare, andando a zonzo fra ricordi autobiografici e finzione, costruendo storie che somigliano a quei villaggi fatati che visitiamo soltanto nei nostri sogni più lieti. Questo libro è il racconto di un amore che attraversa i decenni, un rapporto passionale e a tratti impossibile, fra suo nonno e la moglie, la misteriosa donna francese giunta negli Stati Uniti con profonde cicatrici nell’animo che la condurranno verso la follia. I ricordi del nonno sgorgano fuori senza un ordine cronologico, spinti dalla necessità di essere trasmessi, con un rammarico di fondo per aver provato a fare tante cose – dall’addestramento militare alla progettazione di razzi militari – senza mai arrivare in fondo. E se non fossimo schiavi della ragione capiremmo che è proprio il racconto di una vita il dono più grande fatto al nipote: “Quando non ci sarò più scrivi tutto. Spiega. Trova un significato. Usa tante belle metafore come piace a te. Metti tutto in un bell’ordine cronologico, senza mescolarlo a casaccio come faccio io”.
SOGNANDO LA LUNA
Michael Chabon
Rizzoli, 528 pp., 22 euro