Velocità, fango, gloria
Antonio Cairoli
Rizzoli, 262 pp., 18 euro
Quella volta che suo padre, Benedetto, lo sistemò sulla Vespa, in piedi, senza casco, con le mani attaccate al manubrio, e gli fece sentire l’aria nei capelli, vedere il nastro di asfalto nero sotto le piccole ruote dello scooter e ascoltare il suono metallico del motore. Aveva, forse, tre anni.
Quella volta che suo padre aprì il bagagliaio della macchina e ne estrasse una “motina”, un’Italjet 50 nuova di zecca, e lui cominciò a consumare pieni di benzina e terra intorno a casa, dal mandorlo all’aranceto, avanti e indietro. E tutte quelle volte che, per riempire il serbatoio, scardinava i tappi delle altre moto, infilava un tubo di plastica nel serbatoio e succhiava carburante. Aveva quattro anni.
Quella volta che c’era da capire la passione ereditata per i motori e la velocità, se è vero che suo padre faceva continuamente a gara con chiunque avesse un mezzo dotato di ruote, la sfida preferita era percorrere un tratto di strada rettilineo impennati su una ruota, per poi sfilare le chiavi e inserire il bloccasterzo.
Quella volta che alla sua seconda gara, a Piazza Armerina, su una Kawasaki 60, con tutta la famiglia ad accompagnarlo, seguirlo, applaudirlo e festeggiarlo, vinse e salì per la prima volta sul gradino più alto del podio. Aveva sette anni.
Quella volta che a Namur, in Belgio, su una pista leggendaria (nel 1988 Hakan Carlqvist si fermò durante l’ultimo giro per prendersi una birra prima di tagliare il traguardo da vincitore), conquistò la prima vittoria iridata. Aveva 19 anni.
Tony Cairoli sta al motocross come Valentino Rossi al motociclismo: nove titoli mondiali. Siciliano di Patti, “zingaro” di natura, campione per talento, ma anche per dedizione e devozione, racconta la propria vita in “Velocità Fango Gloria” (Rizzoli, 266 pagine, 18 euro).
Il suo orgoglio, quando le vittorie arrivavano così facilmente che qualcuno cominciò a fare ricorso per verificare la regolarità della moto; il suo nac-nac, in cui finge di scendere dalla moto mentre sta ancora in volo sul salto d’arrivo; i suoi sapori, come la pasta alla Norma con le melanzane coltivate dietro casa e fritte alla perfezione, immerse nella salsa di pomodoro e condite con una bella spolverata di ricotta; le sue giornate nel paddock, svaligiando la dispensa del camion dell’hospitality in cerca di qualcosa da mangiare o bere e giocando a pallone ogni volta che può; i suoi incidenti, come quando si fratturò lo scafoide, risalì in moto e arrivò comunque al traguardo; le sue piste, come quella ad Arco di Trento, circondata dalle pareti delle montagne come in un anfiteatro, o come quella di Malagrotta, la preferita, che continua a sognarsela anche di notte.
E presto Cairoli ricomincia: febbraio 2019, prima gara del Mondiale. “Sono ormai 25 anni, per la precisione, e sono passati in un attimo. Le mie cose sono tutte pronte, mia moglie Jill le ha riposte ordinatamente nella sacca, come sempre. Sono la mia armatura, c’è tutto quello che mi serve per scendere in pista e combattere”. Pronto. Via.
VELOCITA', FANGO, GLORIA
Antonio Cairoli
Rizzoli, 262 pp., 18 euro