recensioni foglianti
Piccolo mondo perfetto
Kevin Wilson
Fazi, 422 pp., 18 euro
Tutte le famiglie felici si somigliano. In assenza di testimoni e di prove a favore, nessuno ha ancora osato smentire la tesi di Tolstoj e l’incipit di Anna Karenina. Quando Izzy era piccola e piangeva, la sua mamma la stringeva a sé e le sussurrava: “Sei speciale. Questo significa che avrai una vita più difficile degli altri. E, peggio ancora, i tuoi genitori siamo noi, e non abbiamo molto da darti”. Poi un giorno la madre è morta e lei, con un padre che è come se non ci fosse, è stata costretta a cavarsela da sola. In Piccolo mondo perfetto Kevin Wilson, autore de La famiglia Fang torna a occuparsi di genitori e figli e parentele dolorose e inevitabili. Izzy sopravvive, cresce cercando l’ombra, l’anonimato. Quando compie 19 anni si innamora del suo professore del liceo, Hal Jackson, artista fallito e depresso cronico. “Era difficile stabilire chi dei due avesse già bisogno di aiuto. Quanto sarebbe stato meraviglioso se ciascuno fosse diventato il salvatore dell’altro”. A volte lui le dice: “Ti farò odiare il mondo”, lei gli risponde: “Odiavo già il mondo. Tu me lo fai odiare di meno”. Non può funzionare. Quando Izzy rimane incinta, la vita di Hal precipita, viene rinchiuso in una clinica psichiatrica. L’uomo ama la ragazza, ma non vuole tenere il bambino. Izzy della vita non sa molto, nessuno le ha mai insegnato niente e soprattutto “non si ricorda l’ultima volta in cui ha chiesto qualcosa e non è rimasta delusa”. Però intuisce un patto di sangue che non ha bisogno di parole, lei quel bambino lo vuole. Si chiamerà Cap, come l’unica persona che è stata generosa con lei. Quando Cap nasce, lei per la prima volta sente di non essere più sola al mondo. “Si aggrappò al suo bambino e il suo bambino si aggrappò a lei”. Ce l’aveva fatta. “Izzy sorrise e avvertì il suo corpo, molto più forte di quanto avrebbe pensato, che si rigenerava da solo, preparandosi al futuro”. Madre e figlio per mantenersi entrano a far parte di una ricerca, il Progetto famiglia infinita, uno studio che prevede che nove coppie, Izzy e i loro rispettivi bambini vivano per dieci anni tutti insieme in una comune in cui alleveranno i figli secondo i metodi della genitorialità condivisa. In quel luogo non esistono mamma e papà, i figli sono figli di tutti, figli del mondo. L’ideatore del progetto, il dottor Grind, garantisce le migliori risorse per lo sviluppo, la cura e l’educazione dei bambini. L’aspetto più difficile, dice Grind “è che per parte della durata del progetto non sarete identificati come i genitori primari dei vostri figli”. Alcuni giorni, quando dieci bambini intorno a lei urlano e corrono e piangono, Izzy pensa: “Infinita. Cacca e pipì infinita. Ecco cos’è questo posto”. Altre volte, invece, pensa che sia stata la scelta giusta, il futuro migliore che potesse garantire a Cap, che è diventato grande. Il Progetto famiglia infinita procede per tentativi tra rancori, gelosie, polvere nascosta male sotto al tappeto, parole strozzate in gola, sorrisi di circostanza e sospiri di sollievo quando anche l’ultima cena è finita senza morti né feriti. Non esistono famiglie perfette, genitori e figli vanno avanti a casaccio e possono solo sperare di star facendo la cosa giusta, di non farsi troppo male a vicenda. (gi.me)
PICCOLO MONDO PERFETTO
Kevin Wilson
Fazi, 422 pp., 18 euro
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