recensioni foglianti

Verso un sicuro approdo

Gaia Montanaro

Wallace Stegner
Bompiani, 400 pp., 22 euro

Forse una delle caratteristiche che descrivono meglio l’ultima età della vita – almeno quella di cui parla Wallace Stegner – è la contemplazione, quella capacità di osservare le cose in modo pacificato e pieno, senza la frenesia della giovinezza e con quella sorta di silenzio interiore che rende tutto più chiaro. E’ questa la sensazione dominante quando si legge Verso un sicuro approdo, l’ultimo romanzo di Stegner pubblicato prima di morire, nel 1987. E’ la storia di due coppie di amici che si incontrano nel pieno della vita, quando da giovani adulti tutto sembrava loro possibile, le cui vite vengono raccontate a ritroso dal momento in cui, per l’approssimarsi della morte di uno di loro, si ritrovano in una casa di villeggiatura, fulcro dei loro giorni passati. Qui troviamo Larry – scrittore di successo, abitudinario e costante – e la moglie Sally, donna dolce e angelica anche se cagionevole e fragile accanto a Sid, professore affascinate con una passione per la scrittura ma strutturalmente inetto e superficiale e Charity – fulcro narrativo del romanzo – moglie forte e volitiva che con il suo carisma manipolatorio “amministrava” di fatto la vita e il futuro degli altri. Il racconto raccoglie una serie di frammenti delle loro esistenze lungo trentacinque anni di amicizia, momenti piccoli e grandi che si susseguono senza una costante progressione, senza che apparentemente accada nulla. “Da qualche parte Henry James ha detto che, se devi prendere appunti sul modo in cui una cosa ti ha colpito, è probabile che non ti abbia colpito affatto”. E questa sembra essere la logica con cui l’autore dispiega il racconto, in cui “quello che sa di altitudine è latitudine” e dove l’incedere delle vite dei protagonisti si manifesta con discreta normalità. Stegner dimostra grande sensibilità nel racconto della natura, nel passo arioso che questo tipo di argomento concede e nella narrazione del mondo delle università, da sempre affascinante e foriero di storie. Tema centrale è l’amicizia che diventa famiglia, le vite di quattro adulti che si scoprono in qualche modo consistere nello sguardo degli altri. “Non mi conoscevo bene e non mi conosco tuttora. Ma conoscevo, e conosco, le poche persone che amavo e in cui avevo fiducia. Il mio affetto per loro è una parte di me che non ho mai messo in discussione” dice Larry cercando di rendere ragione del legame profondo e in qualche modo naturale che lo lega a Sid e Charity, chiedendosi se nella sua vita qualcuno gli sia mai piaciuto senza che prima abbia manifestato di avere simpatia per lui. Stegner racconta la vita nella sua interezza, la malattia, il dolore, la vecchiaia senza mai dare un senso di pesantezza o di rassegnazione e forse svelandosi in quell’ultima parola – il “sì” finale pronunciato da Sid – che chiude il romanzo e anche l’esperienza di scrittura dell’autore. Sono personaggi molto amati quelli che l’autore racconta, si portano dietro tanta vita e sembrano raccontarne un’ultima spinta positiva, dicendoci che “siamo all’altezza di quello che scegliamo”.

 

VERSO UN SICURO APPRODO
Wallace Stegner
Bompiani, 400 pp., 22 euro

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