recensioni foglianti

Quadri della natura

Rinaldo Censi

Alexander von Humboldt
Codice edizioni, 483 pp., 65 euro

Tra il 1799 e il 1804 Alexander von Humboldt compie un viaggio destinato a farsi modello di ogni successiva esplorazione scientifica. Si sposta insieme al botanico Aimé Bompland all’interno del bacino dell’Orinoco, accogliendo nella sua foga catalogatrice e descrittiva un perimetro di terra che comprenderà numerosi stati: l’area si distende infatti tra Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Messico, Cuba e Stati Uniti. Humboldt affronta la spedizione senza alcun aiuto statale, dando fondo all’eredità materna. Ne esce un resoconto monumentale, tale da far rizzare i capelli. Il Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau Continent viene dato alle stampe a Parigi, tra il 1807 e il 1834. Comprende trenta volumi, più due atlanti – uno geografico, l’altro pittoresco. Nel 1808 esce in Germania un compendio di quell’opera monstre, gli Ansichten der Natur, i Quadri della natura, a Tubinga. Quest’edizione striminzita, destinata a diventare più corposa nelle edizioni successive, è la sua preferita. Humboldt si era ispirato al suo “maestro”, Georg Forster, figlio del naturalista Reinhold, che nel 1791 aveva dato alle stampe le Ansichten vom Niederrhein, le vedute del Basso Reno. Si tratta del viaggio che affrontò per raggiungere la Francia e comprendere la natura di quell’avventura rivoluzionaria. Borghese di estrazione, Forster diede seguito a quella esperienza, animando la comune di Magonza nel 1792. Idealista e romantico, affrontò per nove mesi l’esercito prussiano, prima di capitolare e morire di stenti due anni dopo, in Francia. Humboldt invece è un baronetto. Al battesimo i suoi padrini sono il re di Prussia Federico Guglielmo II e il principe Enrico. Nobile, cortigiano, scapolo fisso vita natural durante, si limiterà a rivoluzionare l’approccio visivo-descrittivo necessario a rendere su carta l’esperienza in situ, a tu per tu con le meraviglie sconosciute della natura. Il suo modello resta ancora oggi insuperabile: insieme illuminista, ecfrastico, topografico (una specie di agrimensore). Humboldt è un obiettivo vivente, uno zoom sofisticatissimo munito di bussola. La nuova lussuosissima edizione festeggia i 210 anni dalla prima pubblicazione tedesca, e, insieme, i quindici di attività della casa editrice italiana. Comprende, oltre al magnifico saggio di Franco Farinelli già presente nell’edizione Nuova Italia, due altri interventi: uno di Telmo Pievani (Humboldt e Darwin), l’altro di Elena Canadelli (Humboldt e la scienza “visuale”), senza dimenticare le numerosissime illustrazioni d’epoca, appartenenti all’edizione francese del Voyage, ma escluse dal compendio dei “Quadri”.
L’approccio classificatorio e descrittivo di Humboldt riverbera un contenuto visivo tale da averlo forse convinto a levare l’illustrazione dall’edizione tedesca. L’Orinoco, la vegetazione, la fauna, i vulcani, le steppe e i deserti sono già lì, visibili tra le righe del corpo tipografico.

 

QUADRI DELLA NATURA
Alexander von Humboldt
Codice edizioni, 483 pp., 65 euro

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