recensioni foglianti
Mister Rochester
Sarah Shoemaker
Neri Pozza, 415 pp., 18 euro
So ben poco della mia nascita, perché mia madre morì molto tempo prima di potermene parlare, prima che io potessi ascoltare la sua voce o vedere il suo viso, e mio padre scacciò la levatrice, accusandola della sua morte”. Citiamo l’incipit di questo libro, che a molti ricorderà quello del Copperfield di Dickens, perché fa presagire e capire molte cose che sono poi successe nella vita di chi le ha pronunciate, Edward Fairfax Rochester, uno degli eroi più complessi e accattivanti della letteratura inglese. E’ lui il protagonista enigmatico, a volte persino tenero, che ha incantato, ingannato e sconcertato (e continua a farlo da centosettant’anni a questa parte), i lettori di Jane Eyre, il romanzo più conosciuto (e amato) di Charlotte Brontë. Orfano di madre, è cresciuto su come un’anima solitaria, vagando per i giardini, i campi e i boschi di Thornfield Hall, la residenza paterna, un imponente edificio costruito con pietra grigia che all’epoca era solo un enorme campo giochi e non ancora un luogo di segreti e minacce, angosce e paure. In quel posto sua madre era ovunque, a cominciare dal ritratto appeso sulla mensola del caminetto in cui lei era raffigurata bionda con un vestito “il cui colore sembrava una povera imitazione di quello dei suoi occhi”. Il piacere durò per lui troppo poco, perché il padre decise di eliminare il dipinto, dimostrando che lì dentro, ma soprattutto nel suo cuore, i sentimenti non potevano avere spazio. Un cambiamento decisivo ci fu nel giorno del suo ottavo compleanno, quando venne affidato, tramite lettera, alla tutela di Mr. Hiram Lincoln, poche righe che però compirono il suo destino. Grazie a quella decisione, infatti, Rochester, iniziò a viaggiare tra l’Inghilterra della classe operaia e la decadenza dell’Europa continentale, fino ad arrivare sulle spiagge della Giamaica dove conobbe l’ereditiera Bertha Mason, presto sua moglie, ma questo è solo solo l’inizio. Tornato in Inghilterra con quella donna ormai sprofondata nel baratro della follia, viene salvato dall’incontro con la giovane istitutrice Jane che gli ruberà il cuore e gli insegnerà ad amare di nuovo. Non possiamo ovviamente sapere se il volto di Mister Rochester immaginato dalla Brontë fosse simile al viso dell’uomo ritratto nel dipinto di François Gérard,“Jean-Baptiste Isabey e sua figlia Alexandrine”, oggi al Louvre, ma di sicuro è perfetto per la copertina di questo romanzo di formazione, pieno di avventura, di romanticismo e inaspettati colpi di scena.
La vita di quel “magnifico personaggio” che prima di affidare il suo cuore a Jane visse l’inferno, non era mai stata raccontata prima. Grazie a questa lettura, come non mai, capirete ancora di più il senso della sua frase cult – “E io ero suo e sempre lo sarei stato” – e sognerete ancora di più.
MISTER ROCHESTER
Sarah Shoemaker
Neri Pozza, 415 pp., 18 euro
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